VEROLI La
proroga di due mesi ha comportato tagli ai ricoveri e alle prestazioni
specialistiche Ini, incubo licenziamenti sui
dipendenti In un clima pesante l’assemblea
di lunedì del personale della «Città Bianca»
di
SILVANO CIOCIA
Si complica maledettamente la posizione delle
maestranze della Clinica Città Bianca di Veroli in vista dell’assemblea
programmata per lunedì mattina alle ore 12 nel corso della quale alla
presenza di parlamentari, sindaci, proprietà e maestranze dovranno venire
fuori quelle soluzioni che possano scongiurare la chiusura della
importante struttura e salvaguardare i posti di lavori di circa 170
dipendenti . La doccia fredda è venuta ieri mattina con una nota
inviata dalla società e indirizzata al personale della INi Città Bianca di
Veroli e alle organizzazioni sindacali della Cgil, Cisl e Uil che cosi
recita: «La nostra società al fine di tutelare l’integrità aziendale e per
garantire le prestazioni sanitarie ai pazienti è stata costretta a
sottoscrivere con l’Ausl di Frosinone uno schema di convenzione per la
disciplina delle prestazioni di ricoveri, attività specialistica e
radioterapia che comporta non solo una vistosa diminuzione dei ricoveri,
decisi esclusivamente dalla Ausl, ma anche una consistente decurtazione
della misura dei corrispettivi a tariffa. Tale nuova situazione -
recita sempre il duro comunicato - non imputabile a scelte della società,
anzi imposta da altri, ha causato un grave squilibrio tra costi e ricavi,
circostanza che obbliga la società a dover prospettare soluzioni che
consentono la prosecuzione dell’attività. Purtroppo la diminuzione dei
ricoveri potrebbe richiedere un intervento riduttivo dei costi
innanzitutto quelli direttamente connessi con le prestazioni sanitarie.
La società si ripromette di fornire -conclude il comunicato diffuso
anche agli organi di stampa - all’esito dello sviluppo della situazione e
dei colloqui in corso con l’Ausl informazioni dettagliate in ordine alle
misure che si renderanno necessario». Più chiari di così. Siamo come
suo dirsi arrivati al capolinea signori della Regione e dell’Ausl. Non c’è
più spazio per giocare sulla pelle dei malati e dei lavoratori. Unica via
è quella del rinnovo in toto del contratto. Altre soluzioni al momento non
esistono tanto più la tattica del rinvio che scatenerebbe la reazione non
solo dei sindacati ma soprattutto delle maestranze già sul piede di guerra
per questa situazione che li sta angosciando oltre ogni dire. Occorre
mettere la parola fine al problema anche perché gli utenti non ci stanno a
privarsi di una struttura all’avanguardia per diagnostica e
professionalità soprattutto gioiello nel pianeta sanitario
regionale.
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