Cronaca di Frosinone

Sabato 20 Ottobre 2001
È praticamente raddoppiato il numero degli utenti nel primo semestre di quest’anno
Assistenza domiciliare potenziata
Effetti positivi sulla riduzione dei ricoveri impropri e sulle liste d’attesa

I RICOVERI ospedalieri impropri pesano parecchio sul bilancio della sanità provinciale e regionale. Nel Lazio raggiungono il 57 per cento. Negli ospedali dovrebbero essere ricoverati, per il tempo necessario, soltanto gli acuti e invece non è così: perciò ne soffrono le finanze delle Asl. Come la nostra. Qual è l’alternativa a questa spesa eccessiva, sulle settecentomila lire al giorno? Oltre al day hospital, al day surgery e alla residenza sanitaria assistita c’è il C.A.D., Centro di assistenza domiciliare, particolarmente indicato per gli anziani che soffrono di patologie croniche. L’Asl risparmia, perché il costo è drasticamente inferiore al ricovero, e l’assistito rimane inserito nel contesto familiare e non si trova tra quattro pareti anonime e in promiscuità, accentuandone la depressione.
Ecco la necessità di potenziare l’assistenza domiciliare. L’Azienda frusinate lo sta facendo tant’è vero che si trova tra le sette Asl (4 di Roma, Latina e Rieti) sulle 12 della regione nelle quali il numero degli utenti è cresciuto del 100% nel primo semestre di quest’anno rispetto al corrispondente periodo del 1998, quando l’Assessorato regionale competente ha fatto il punto sull’esperienza dell’istituto. E le prestazioni erogate a domicilio si sono incrementate di ben il 66 per cento.
L’Asl frusinate, in un paio di anni, ha aumentato il personale (da 69 a 91 operatori). In una provincia e in un paese che invecchiano l’assistenza domiciliare è la più indicata per una sanità a misura d’uomo. Nel Lazio i Cad sono 56 e il primato tocca alla nostra provincia che ne ha attivi dieci.
L’Azienda ciociara è l’unica a disporre di logoterapisti, come ad avere l’unica residenza sanitaria assistita della regione nell’ex ospedale riconvertito di Arpino. La ricerca licenziata dall’assessorato regionale alla Salute mette in risalto la poca incidenza (appena il 4% ) della collaborazione con i servizi sociali dei Comuni e con le associazioni di volontariato. Fa eccezione, ancora una volta, la nostra provincia. La ricerca mette ancora in evidenza che gli utenti dell’assistenza domiciliare sono prevalentemente donne (60 per cento) perché vivono di più, il 76 per cento ha superato i settant’anni e le patologie più diffuse sono le cardiopatie, gli esiti da ictus, la frattura del femore, le patologie neurologiche e oncologiche. Nel 77 per cento dei casi si tratta di disabili gravi o gravissimi.
Ecco perché le cure a questi utenti non vanno erogate negli ospedali ma o a casa loro oppure nelle residenze sanitarie assistite (in proposito l’assessorato regionale ha stabilito nel piano triennale l’aumento dei posti fino a 5.000). Quando finiranno i ricoveri impropri? Ci si augura prima possibile al fine di accentuare l’azione calmieratrice sui buchi del bilancio Asl e con effetti benefici anche sulle liste di attesa dei presìdi ospedalieri.

S. di N.