È praticamente raddoppiato il numero degli utenti
nel primo semestre di quest’anno Assistenza domiciliare
potenziata Effetti positivi sulla riduzione dei ricoveri impropri e sulle
liste d’attesaI
RICOVERI ospedalieri impropri pesano parecchio sul bilancio della sanità
provinciale e regionale. Nel Lazio raggiungono il 57 per cento. Negli
ospedali dovrebbero essere ricoverati, per il tempo necessario, soltanto
gli acuti e invece non è così: perciò ne soffrono le finanze delle Asl.
Come la nostra. Qual è l’alternativa a questa spesa eccessiva, sulle
settecentomila lire al giorno? Oltre al day hospital, al day surgery e
alla residenza sanitaria assistita c’è il C.A.D., Centro di assistenza
domiciliare, particolarmente indicato per gli anziani che soffrono di
patologie croniche. L’Asl risparmia, perché il costo è drasticamente
inferiore al ricovero, e l’assistito rimane inserito nel contesto
familiare e non si trova tra quattro pareti anonime e in promiscuità,
accentuandone la depressione. Ecco la necessità di potenziare
l’assistenza domiciliare. L’Azienda frusinate lo sta facendo tant’è vero
che si trova tra le sette Asl (4 di Roma, Latina e Rieti) sulle 12 della
regione nelle quali il numero degli utenti è cresciuto del 100% nel primo
semestre di quest’anno rispetto al corrispondente periodo del 1998, quando
l’Assessorato regionale competente ha fatto il punto sull’esperienza
dell’istituto. E le prestazioni erogate a domicilio si sono incrementate
di ben il 66 per cento. L’Asl frusinate, in un paio di anni, ha
aumentato il personale (da 69 a 91 operatori). In una provincia e in un
paese che invecchiano l’assistenza domiciliare è la più indicata per una
sanità a misura d’uomo. Nel Lazio i Cad sono 56 e il primato tocca alla
nostra provincia che ne ha attivi dieci. L’Azienda ciociara è l’unica
a disporre di logoterapisti, come ad avere l’unica residenza sanitaria
assistita della regione nell’ex ospedale riconvertito di Arpino. La
ricerca licenziata dall’assessorato regionale alla Salute mette in risalto
la poca incidenza (appena il 4% ) della collaborazione con i servizi
sociali dei Comuni e con le associazioni di volontariato. Fa eccezione,
ancora una volta, la nostra provincia. La ricerca mette ancora in evidenza
che gli utenti dell’assistenza domiciliare sono prevalentemente donne (60
per cento) perché vivono di più, il 76 per cento ha superato i
settant’anni e le patologie più diffuse sono le cardiopatie, gli esiti da
ictus, la frattura del femore, le patologie neurologiche e oncologiche.
Nel 77 per cento dei casi si tratta di disabili gravi o gravissimi.
Ecco perché le cure a questi utenti non vanno erogate negli ospedali
ma o a casa loro oppure nelle residenze sanitarie assistite (in proposito
l’assessorato regionale ha stabilito nel piano triennale l’aumento dei
posti fino a 5.000). Quando finiranno i ricoveri impropri? Ci si augura
prima possibile al fine di accentuare l’azione calmieratrice sui buchi del
bilancio Asl e con effetti benefici anche sulle liste di attesa dei
presìdi ospedalieri.
S. di N.
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