Appalti, ex manager Asl a giudizio Turbativa d’asta, insieme a
Giuseppe Torti altri sei imputatidi RAFFAELE CALCABRINA
Comparirà a
giudizio il prossimo cinque febbraio Giuseppe Torti, ex direttore generale
dell’Asl di Frosinone. Ieri, il gip del Tribunale del capoluogo lo ha rinviato a
giudizio, con l’accusa di turbativa d’asta, insieme ad altre sei persone: Pio
Pilozzi di Acuto, Giancarlo Zonfrilli di Pontecorvo, Antonio Pantanella di
Arpino, al sindaco di Roccadarce Francesco Belli (la cui posizione prima
stralciata è stata poi ricondotta nel fascicolo), all’ingegnere Giuseppe Lupoi e
all’avvocato Pietro Sciuba entrambi di Roma. Prosciolto da ogni accusa, invece,
Gianfranco Margiotta di Pontecorvo. La vicenda si riferisce ad un appalto
del 1995, per un ammontare totale di 186 miliardi, con il quale l’azienda
sanitaria affidava in concessione il programma di edilizia. Un piano che
prevedeva la costruzione dei nuovi ospedali di Frosinone, Cassino e Ceccano,
nonché l’ammodernamento delle altre strutture esistenti in provincia. L’appalto
se lo aggiudicò lo studio Speri di Roma alla modica cifra di un milione e mezzo.
Troppo basso l’importo al punto che scattò una lunga inchiesta, passata sulle
scrivanie di ben quattro magistrati. I sospetti si sono concentrati dunque
sull’ex manager dell’Asl, sui componenti la commissione che valutò le domande ed
assegnò l’appalto, ovvero Pilozzi, Zonfrilli, Pantanella; quindi sul sindaco
Belli (accusato di aver fatto “pressioni" sulla commissione), sull’avvocato
Sciuba, l’estensore del bando e sul titolare della ditta aggiudicatrice, Lupoi.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Tonino Di Bona, nel bando vi
erano clausole non chiare allo scopo di pilotare la gara stessa. Tra le clausole
finite sotto la lente di ingrandimento della procura frusinate anche quella che
prevedeva “l’attribuzione del punteggio con una formula matematica che
assicurava l’aggiudicazione a chi avesse formulato un’offerta eccessivamente
bassa". Per l’accusa, poi, “erano stati raddoppiati gli incarichi distinguendo
tra progettazione e direzione dei lavori, determinando maggiori spese a titolo
di onorari". Nel procedimento si sono costituiti parte civile l’azienda
sanitaria (allo scopo di ottenere il risarcimento dei danni nel caso venisse
provata in aula la turbativa d’asta) e due ditte che avevano partecipato al
bando, tramite gli avvocati Salera, Pizzutelli e Cattivera.
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