Agopuntura e fisioterapia a
rischio Saraceni: «No ai tagli del governo»Una voce fuori dal coro. Il Lazio, unica Regione, ha contestato il decreto
del governo sulla sanità in particolare su quella parte che stabilisce i livelli
essenziali di assistenza. Il governo ha infatti intenzione di depennare alcune
terapie fisiche, undici per la precisione, tra le quali la Marconi terapia e
l’agopuntura. «Abbiamo chiesto al governo - spiega Vincenzo Saraceni, assessore
regionale alla sanità - di salvarne almeno alcune, cioè le più diffuse come
quelle che prevedono l’uso del laser, del calore e degli ultrasuoni, la
mesoterapia e la terapia antalgica. Per ora soli in questa richiesta ma anche
altri colleghi assessori sembrano interessati alla nostra proposta». Saraceni
aspetta con il presidente della giunta regionale Francesco Storace, la prossima
riunione della Conferenza Stato-Regioni per riproporre un taglio di prestazioni
meno corposo. «Difendiamo queste pratiche - aggiunge Saraceni - perché sono
terapie utili che evitano l’assunzioni di farmaci e che si rivolgono soprattutto
ad una popolazione anziana e di malati cronici. Rispetto ai farmaci non ha
effetti collaterali ed è di sicuro sollievo. Senza queste terapie gli anziani e
i malati cronici saranno costretti ad imbottirsi di farmaci o, se non hanno i
soldi, a sopportare fastidi e dolori». Saraceni, che di professione è fisiatra,
pensa ai pazienti ma anche a tutti i risvolti che avrebbe il provvedimento. «Se
passasse il decreto così come è stato proposto, presto di ritroveremo una grave
crisi occupazionale. E poi la fisioterapia costa poco, 3-4mila lire a seduta, al
contrario delle medicine».
M.Gi.
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