NELL’URNA Pubblico impiego al voto, vincono i confederali Cigil, Cisl e Uil passano complessivamente dal 68 al 73%.
Battuti Cobas e Ugldi FABRIZIO VENTURINI
Hanno vinto ancora i
confederali alle elezioni delle Rappresentanze sindacali unitarie (rsu) dei
220.000 lavoratori del Pubblico impiego in servizio in sedi romane. Con un
risultato netto - insieme sono cresciuti dal 68% al 73% - hanno respinto
l’attacco mosso loro a tenaglia da Cobas (autonomi dell’ultrasinistra) e da una
destra (Ugl) con ambizioni aumentate da una miglior organizzazione e da un più
favorevole quadro politico locale. Rispetto al voto romano e laziale del 1998
quello scrutinato ieri ha riproposto alcune costanti. Ad esempio, una
partecipazione al voto forte e anche superiore ad allora, il successo dei
confederali e al loro interno quello della Cisl. Nell’alleanza confederale però
la Cgil ha recuperato (rispetto a tre anni fa) lo scarto che le impose il
sindacato vincente, specie a Roma, dove la Cisl secondo un 80% dei voti
scrutinati passa dal 24,7% al 28% mentre la Cgil dal 21,8% al 26,5%. A livello
regionale, invece, il 75% delle schede vagliate assegna al sindacato cattolico
il 28,2% (aveva il 26,4%) ed equilibri con la Cgil (dal 25,3% al 27,7%) simili a
quelli fissati nel ’98. Il testa a
testa è commentato così ai vertici dei due sindacati:
«Siamo contenti - dice la segretaria regionale della Cisl Stefania Vannucci -
perchè abbiamo vinto le elezioni con una linea di autonomia dai partiti, per il
successo confederale, per la forte partecipazione al voto». La
partecipazione (secondo dati parziali) a Roma sarebbe cresciuta dal 70% al 72% e
nel Lazio dal 72% al 76%. «Sono però dati oscillanti - dice battagliero Gianni
Nigro, segretario generale romano e laziale della Cgil Funzione Pubblica - che
dovrebbero suggerire alla Cisl più cautela. Anche noi siamo felici del successo
confederale. Come Cgil poi abbiamo ridotto e forse colmato e superato il
distacco dalla Cisl». La democrazia sindacale con le sue regole, i suoi
strumenti, i suoi compromessi, i suoi valori e i suoi riti non è dunque venuta a
noia dei lavoratori. Questa, la sentenza più netta che emerge dagli scrutini
delle schede dei dipendenti di atenei ed enti di ricerca, ministeri e ospedali,
di enti locali (Regione, Provincia, Comune) e pubbliche amministrazioni: dai
Vigili del Fuoco alla Corte dei Conti. Quasi ovunque sono state superate le
percentuali di afflusso alle urne di tre anni fa. «Le Rsu si confermano - dice
Vannucci citando le vittorie Cisl al Comune, alla Regione Lazio, all’ateneo di
Tor Vergata, al Forlanini, tra i Vigili del fuoco, alla Corte dei Conti - uno
strumento valido di democrazia sindacale». Replica la Cgil precisando che
alla Provincia la Cgil ha il 33%, contro il 20% della Cisl e il 15,29 della Uil,
mentre al Comune (il maggior ente locale in Italia) passa dal 21,8% al 26%
recuperando 5 punti. Anche la Uil festeggia enfatizzando i suoi successi (331
voti su 814 alla Pubblica istruzione e il 53% al ministero del Lavoro, il 40% ai
Beni Culturali e il secondo posto alla Regione dopo la Cisl scavalcando Cgil e
Ugl). Con Stefania Polverini la Ugl festeggia invece il 13,81 (un terzo posto
dopo Cisl e Cisal al comparto della Presidenza del Consiglio).
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