San Camillo. Per la prima volta in Italia
le nuove tecnologie hanno permesso un intervento su un femore
fratturato Ortopedia, robot pensaci
tu Un giovane coreografo era caduto dalla moto
sabato, presto cammineràdi GERMANA CONSALVI
Sabato sera un
incidente l’ha sbalzato dalla sua moto provocandogli la frattura scomposta del
femore. Mercoledì è stato operato e presto lui, 27 anni, tornerà a camminare. E
più in là potrà tornare al suo lavoro, che è fatto di tanto movimento: è un
coreografo. Il ragazzo è stato protagonista di un intervento inedito in Italia:
per la prima volta, infatti, un robot-chirurgo ha operato una frattura. O
meglio, un computer ha guidato i chirurghi ortopedici in sala operatoria.
L’intervento è stato eseguito dal professor Sandro Rossetti, 51 anni, romano,
primario di Ortopedia e Traumatologia dell’azienda San Camillo-Forlanini e dalla
sua équipe. L’operazione è iniziata alle 18 ed è durata un’ora e trenta
minuti: «Finora la chirurgia computer assistita - spiega il professor Rossetti -
era stata utilizzata sempre per problematiche di tipo protesico, mai per quelle
traumatiche come le fratture. È la prima volta che si fa questo intervento e che
otteniamo questo software, grazie all’aiuto del dottor Pugliesi e della
direzione aziendale. Il computer è giunto a Roma martedì sera dal Belgio ed è
già ripartito, destinato a Londra. Il risultato è stato confortante: questo
computer assiste il chirurgo nel corso dell’intervento». Tiene a precisare, il
primario, che non si tratta di chirurgia robotica: «No, perché in essa il robot
sostituisce il chirurgo. Si tratta invece di chirurgia computer assistita».
Cioé? «In questo caso siamo stati assistiti dal computer, al quale abbiamo
fornito una serie di informazioni radiografiche. Il computer le ha immagazzinate
e sviluppate, ricostruendo la conformazione tridimensionale dell’osso. È venuta
fuori un’immagine dell’osso molto fedele alla realtà, per cui il nostro lavoro è
stato quello di scegliere insieme al computer i mezzi di sintesi da utilizzare,
le lunghezze delle viti, lo spessore, per poi applicarle al paziente con
l’assistenza del computer». Una tecnica che presenta due vantaggi: «Non c’è
più bisogno di sottoporre il paziente durante l’intervento - spiega il professor
Rossetti - a una raffica di radiografie, radiazioni che finiscono per colpire
anche l’équipe. E poi il computer-navigatore facilita il chirurgo
nell’individuazione del punto di introduzione della vite, o del chiodo, la sua
lunghezza e il suo diametro. In sostanza, rende l’intervento estremamente più
semplice e più preciso». Come avete deciso di sperimentare la tecnica su questo
ragazzo? «Aveva una frattura particolarmente idonea per questo tipo di
chirurgia. L’osso era rotto in due pezzi, una frattura trasversale rispetto
all’asse femorale». A quando il bis? «Quando potremo rioutilizzare
l’apparecchio». Impresa non da poco: esiste un solo esemplare di questo
costosissimo software, che gira l’Europa di ospedale in ospedale per essere
“provato". Così, il computer è già ripartito. Destinazione, Londra. «Con
questa nuova tecnica - commenta Guido Pugliesi, direttore generale dell’azienda
San Camillo-Forlanini - l’assistenza medica romana compie un importante passo in
avanti, soprattutto nel campo della traumatologia che, purtroppo, conta ogni
giorno un alto numero di incidenti in casa e in strada. Il pronto soccorso del
San Camillo fa registrare il più alto numero di assistenza medico-chirurgica di
Roma per traumi».
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