In giunta regionale il piano sanitario
per il 2002-2004. Sostegno economico anche a chi sceglierà la terapia Di
Bella Farmaci gratis ai malati di
tumore Rimborso delle spese per le medicine a
chi è in cura nelle cliniche privatedi CLAUDIO MARINCOLA
Le spese per i
farmaci ai malati oncologici in cura presso le cliniche private saranno
rimborsate. E chi sceglierà la cura Di Bella potrà contare anche su un sostegno
economico, ancora da quantificare. Sono le indicazioni più innovative contenute
nel pacchetto delle 36 delibere approvato dalla giunta laziale che ha adottato
il piano sanitario fissando gli indirizzi per la programmazione nel triennio
2002-2004. La spesa che un malato deve sostenere per curarsi fuori da una
struttura pubblica con farmaci antiblastici ammonta attualmente a circa 2
milioni al mese. Alla Regione quei farmaci costeranno meno della metà, al
paziente zero. E sono ventimila le persone che ogni anno si ammalano di cancro e
di queste tredicimila non sopravvivono. «Sarà dato un sostegno a tutte le
famiglie che hanno un malato di tumore - ha precisato l'assessore alla Sanità
Vincenzo Saraceni - per quanto riguarda la terapia Di Bella solo i malati
residenti nella provincia di Rieti e Latina potranno rivolgersi alla struttura
ospedaliera, gli altri potranno avere solo il rimborso del farmaco». Ma al
di là della multiterapia del fisiologo di Modena, chiamata ad una sorta di
sperimentazione bis, la Regione Lazio si prepara ad una sfida complessivamente
più difficile: governare la salute. Che vuol dire migliorare i servizi sanitari
e al tempo stesso sanare il deficit rispettando il patto di stabilità. «Il 2002
sarà l’anno della svolta», ha esordito, ottimista, Storace. E ha voluto subito
ricordare il contenzioso col governo sulla ripartizione del fondo sanitario
nazionale, uno "strappo" da mille miliardi che lo ha contrapposto duramente al
ministro delle Finanze, Giulio Tremonti. «Abbiamo seguito una linea di
rigore e di equità, passata attraverso le alienazioni del patrimonio, la
cartolarizzazione dei crediti, la legge per la centralizzazione degli acquisti,
la progressiva riduzione del disavanzo». Introdotto il circolo virtuoso, per
Storace si tratta ora di aprire un’altra fase, quella delle scelte. I punti
cardine su cui dovrà basarsi il nuovo piano sono: riorganizzazione
dell'emergenza, abbattimento delle liste d'attesa, qualificazione
dell'assistenza domiciliare, potenziamento della prevenzione e riduzione dei
posti letto per acuti. «I tempi per arrivare al piano vero e proprio non saranno
brevi - ha aggiunto il “governatore" - vogliamo infatti aprire le consultazioni
con le forze sociali, le università e i cittadini». «Il Piano sanitario sarà
centrato sulla persona e sui suoi bisogni - ha sottolineato l'assessore alla
salute, Vincenzo Saraceni -. Sul fronte dell'emergenza occorre ridisegnare i
bacini del Servizio di soccorso 118, perchè i mezzi non portino i pazienti
all'ospedale più vicino ma a quello più idoneo alla patologia. Occorre inoltre
pensare anche a nuovi criteri di finanziamento per i Pronto soccorso. Sul fronte
delle liste d'attesa, invece, dobbiamo creare percorsi diagnostici e linee guida
per ridurre l'“inappropriatezza" di alcune prestazioni. E in questo la classe
medica ci deve aiutare». Da un'indagine effettuata dall'assessorato, è emerso
infatti che il 92% delle risonanze magnetiche richieste dà esito negativo.
Mentre il 61% dei pazienti prelevati con l’elicottero vengono dimessi. «Questo
vuol dire - ha puntato il dito l’assessore - che i percorsi diagnostici vanno
corretti e le linee guida ridefinite».
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