Cronaca di Frosinone

Venerdì 14 Dicembre 2001

PIANETA SANITÀ
Un malato terminale non ha diritto a sostegno

di SILVANO CIOCIA

E’ SICURAMENTE una incredibile situazione che si è creata nel capoluogo: ad un malato terminale viene negata l’indennità di accompagno motivandola con la sua autosufficienza: il sindaco invece ne afferma le difficoltà di deambulazione e infine gli viene fissato un appuntamento per un’ecografia tra i 60 giorni.
Su questa triste storia l’interessato ha anche sollecitato l’interessamento del verde Angelo Bonelli il quale manco a pensarci ha fatto una interrogazione urgentissima al Consiglio Regionale per denunciare la situazione di cui è vittima R. F. di Frosinone: è affetto da una grave patologia neoplastica che non è suscettibile di terapie, con una aspettativa di vita purtroppo molto breve. Le sue condizioni generali sono aggravate anche da altre patologie (infarto, ictus che ha causato una emiparesi, ed una epifisiolisi bilaterale che ne compromette la deambulazione).
Per queste motivazioni già nel 1998 al paziente è stato riconosciuto invalido al 100% con totale e permanente inabilità lavorativa. Ma nonostante l’inevitabile aggravarsi delle condizioni fisiche gli è stata negata l’indennità di accompagno in quanto «in grado di attendere autonomamente ai comuni atti di vita ( relazione di consulenza medico legale del 2000). Ma non è finita: nel 1999 il sindaco di Frosinone in una lettera di sollecito allo Iacp per l’assegnazione alla famiglia del malato di un alloggio più ampio, affermava l’esigenza dell’interessato di abitare in un immobile al piano terreno o al massimo al primo piano per le forti difficoltà di deambulazione. Ma le disavventure non finiscono qui: all’atto di una prenotazione per un esame ecografico gli è stato prospettato un appuntamento fra 60 giorni. E c’è da aggiungere che l’unico suo sostentamento è costituito dalla pensione di invalidità civile che ammonta a 400mila lire mensili.
Una situazione grave ed incredibile che si commenta da sola. Sembra impossibile che nell’anno 2001, si debba assistere ancora ad episodi del genere che offendono la dignità di una persona e la condannano ad una situazione di emarginazione dovuta a malattia! Ora non rimane che attendere l’intervento della Regione sia per ristabilire una sorta di giustizia sociale, sia per garantire una vita quantomeno accettabile al paziente.