Pazienti sballottati dall’ospedale al
medico di famiglia: dopo la denuncia di un sanitario è polemica Ricette, medici nel mirino L’Ordine: «Interverremo, ma si tratta di casi isolati»
di RAFFAELE CALCABRINA
Uso improprio delle
ricette, prenotazioni degli esami e budget aziendale: interviene l’ordine dei
medici di Frosinone. L’obiettivo è evitare che i pazienti bisognosi di
accertamenti specialistici e analisi siano sballottati dall’ospedale al proprio
medico di fiducia per ottenere la prescrizione sul formulario rosa. Ieri, un
medico di famiglia aveva denunciato una pratica diffusa fra i medici. Quella di
costringere i pazienti, visitati in ospedale, a tornare dal medico di famiglia
per farsi prescrivere ulteriori accertamenti. Accertamenti che al contrario
dovevano essere prescritti dal professionista che lavora all’ospedale.
Saranno sanzionati con provvedimenti disciplinari i medici che non
rispettano le regole? «Diciamo che entrano nell’attenzione dell’ordine - dice
Fabrizio Cristofari, presidente provinciale dell’ordine dei medici -. Se
succede, il medico sbaglia e non si attiene alle nostre raccomandazioni. Non
escludo che casi del genere siano capitati. O perché qualche medico non ha il
formulario o per mera indolenza. Ma si tratta di situazioni patologiche e
residuali». Per contenere i costi l’Asl istituirà un budget per ciascun
reparto, con premi rendimento per i primari che lo rispetteranno. Cosa ne
pensate? «Può essere un fatto positivo se gestito in maniera corretta. Bisognerà
vigilare sulla programmazione della spesa e sull’attuazione. Questo poi potrebbe
contribuire ad azzerare quel fenomeno di ricoveri impropri, che comunque,
rispetto al passato, è decisamente marginale». I medici per paura di sforare il
budget potrebbero limitare gli interventi più costosi? «No - prosegue Cristofari
-. Caso mai potrebbe succedere il contrario. Ovvero che patologie comuni e
dunque non remunerative per il reparto potrebbero essere limitati». «Stiano
sicuri i cittadini: per rientrare nel budget non ci saranno tagli sulle
prestazioni - dice Francesco Carrano, vice presidente dell’ordine -. Anzi
limitando certi sprechi si potranno avere vantaggi con nuove prestazioni». A
proposito di ricoveri, sono ancora tanti i ciociari che preferiscono farsi
curare fuori provincia. Perché? «Avendo vicino un polo come Roma è fisiologico
che un dieci per cento di pazienti sia attratto dalla Capitale - dice Cristofari
-. Ma noi raggiungiamo punte del 20% e anche questo è patologico. Il problema è
che non si investe sulla sanità». In che senso? «Nel bilancio regionale la spesa
medica per abitante in Ciociaria è inferiore del 30% di quella prevista per
Roma. E non solo, la Regione non ha fatto investimenti sul territorio,
soprattutto per le alte tecnologie. Per cui ogni volta che i pazienti
necessitano di interventi che richiedono tecnologie avanzate devono rivolgersi
altrove». Il centro prenotazioni non funziona come dovrebbe. Ogni giorno i
pazienti sono costretti a file interminabili. L’Asl aveva anche pensato a un
sistema telematico di prenotazioni con messa in rete degli studi medici e delle
farmacie. «Il sistema delle prenotazioni va rivisto e razionalizzato - dice
Caterina Pizzutelli, segretaria dell’ordine -. Ci vuole il coinvolgimento dei
medici sulle modalità delle prestazioni, ma l’azienda deve investire sul
personale. I medici sono disponibili, ma è chiaro che ci vuole altro personale
per svolgere questo lavoro».
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