Anagni/Richiesta di rinvio a giudizio
dopo un’operazione alla colecisti Lesioni, due
medici nei guaiAncora un presunto caso di malasanità in provincia di Frosinone. Sotto accusa
i medici dell’ospedale di Anagni. È la storia di Paola P., 50 anni, casalinga
della città dei Papi, che dopo una banale operazione alla colecisti è tornata a
casa con una cannula di 15 centimetri inserita nell’addome. Una "sorpresina" che
ha costretto la donna a subire una seconda operazione e che ha fatto finire
sotto inchiesta quattro medici. Un’inchiesta durata due anni e che si è conclusa
ieri con due richieste di rinvio a giudizio da parte del Pubblico Ministero
Vittorio Misiti. L’odissea di Paola P. ha inizio a febbraio del 2000, quando
viene sottoposta ad intervento chirurgico presso l’ospedale di Anagni per
calcoli alla colecisti. Tornata a casa, la donna comincia subito ad accusare
forti dolori all’addome e così torna a sottoporsi ad una nuova visita
ospedaliera. I medici la tranquillizzano, per loro è colpa del cibo o di
un’aranciata di troppo. Paola P. torna per la seconda volta a casa, ma le fitte
all’addome si fanno sempre più forti. Va di nuovo in ospedale, e anche questa
volta i medici gettano acqua sul fuoco: è colpa delle aderenze, che come sono
venute se ne andranno. Ma i dolori diventano sempre più lancinanti, da togliere
il fiato. La donna, terrorizzata, lascia l’ospedale di Anagni e si sottopone ad
un’ecografia a Ferentino. Che rivela un fatto sorprendente: nell’addome è
conficcato un corpo estraneo. La Tac chiarisce ogni dubbio: si tratta di una
cannula di 15 centimetri usata durante l’intervento per il drenaggio,
evidentemente dimenticata dai medici. Per Paola P. una nuova operazione, questa
volta al San Camillo di Roma, per l’asportazione della cannula, per i medici di
Anagni una denuncia per lesioni. Dopo due anni di indagini, una perizia medico
legale inchioda il chirurgo Gino Capperucci e l’aiuto Raffaele Palmieri: per
loro chiesto il rinvio a giudizio per lesioni colpose aggravate. Prosciolti,
invece, Francesco Coliera (difeso da Romano e Filippo Misserville) e Maurizio
Amati (difeso da Mario Di Sora).
Ma. Ce.
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