Cassino/In coma mentre partorisce,
consegnata la relazione sull’inchiesta interna della Asl «I medici non hanno commesso errori»
di ALESSIO PORCU
Un'inchiesta interna per
stabilire cosa è accaduto nella sala parto dell'ospedale Gemma de Posis di
Cassino lo scorso sabato. L'ha ordinata il direttore generale dell'azienda
sanitaria Carmine Cavallotti ed è stata conclusa nella mattinata di ieri. La
relazione con i risultati è stata consegnata nella mattinata sulla sua
scrivania, c'è scritto tutto il dramma di F.G. (29 anni) finita in coma mentre
partoriva il suo primo bambino. Cosa c'è scritto in quel rapporto? "I medici
hanno agito con scrupolo e perizia, soprattutto hanno operato in modo
corretto". In pratica - secondo la ricostruzione dei medici - alle 4.30
di sabato mattina la paziente aveva portato a termine il travaglio in modo
regolare, era dilatata e si intravedeva già la testa del bambino; quindi F.G.
veniva portata in sala parto. Qui ha perso conoscenza all'improvviso. Il cuore
si è fermato, è andata in coma. Attorno a lei c'erano il medico, l'ostetrica di
guardia, l'infermiera di servizio, il neonatologo e la puericultrice. Il
ginecologo ha capito che rischiava di perdere madre e figlio: ha afferrato una
"ventosa" ed estratto subito il bambino, che altrimenti sarebbe morto soffocato.
E invece è nato, pesa 3,2 chili e sta bene. Nello stesso momento i rianimatori
intubavano la donna. Verso le 9.30 un consulto metteva in luce che c'era anche
un'altra complicazione: la donna ha avuto una Cid, cioè un coagulo di sangue
diffuso ed ha rischiato di morire ancora una volta, è stato necessario operarla
mentre era in coma. Appena le condizioni lo hanno permesso F.G. è stata
sottoposta ad una tac al cranio. Ha messo in evidenza che aveva avuto
l'improvvisa rottura di un'arteria ma non c'è collegamento tra il coma ed il
parto: poteva accaderle in qualsiasi altro momento della vita. La paziente è
ancora ricoverata con prognosi riservata «Ma le condizioni - assicurano dalla
Asl - sono sotto controllo e in via di miglioramento». E l'altra notte il
marito della signora - un sottufficiale della Guardia di Finanza - ha bloccato
un ladro che si era intrufolato nel reparto rianimazione ed aveva rubato una
borsa della paziente. Ieri il giudice ha convalidato l'arresto di Massimo Di
Mambro (22 anni) di Vallemaio e fissato all'otto febbraio il processo per
direttissima. L'uomo, difeso dall'avvocato Mariano Giuliano nega tutto.
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