Lazio

Mercoledì 30 Gennaio 2002
VIAGGIO NEGLI OSPEDALI
Il ricovero è come un miraggio
I reparti di dieci nosocomi verso il “tutto esaurito”, finite anche le barelle

In città non si trovano quasi più posti letto. Ci sono politraumatizzati e anziani intubati che aspettano sulla barella, da tre giorni, il trasferimento in rianimazione. I più fortunati trovano un ricovero a Tivoli o Subiaco. Tanti sono ormai, a Roma — complice anche l’incremento delle patologie legate a raffreddori e bronchiti — i reparti strapieni e le accettazioni (una decina) che non riescono a fronteggiare l’intasamento.
L’ultimo bollettino dal fronte ospedali non lasciava spazio all’ottimismo: alle 18 di ieri — per citare l’esempio più eclatante — al pronto soccorso del “Sandro Pertini" c’erano 45 pazienti in attesa di essere visitati o di una sistemazione in corsia, lì o altrove. Per molti di essi, mancando letti e carrozzine, attesa significa “occupazione prolungata" della lettiga dell’ambulanza, come continua a denunciare il 118. «Aspettiamo solo che ce la restituiscano — sorride amaro un autista sul piazzale della struttura di Pietralata —: abbiamo portato un giovane di colore investito vicino al mercato di Val Melaina, aveva entrambe le gambe fratturate e qui non sapevano dove appoggiarlo». Racconti che si assomigliano, che sembrano arrivare da un posto di trincea. «Per ore i nostri mezzi — spiegano in serata dalla centrale — sono rimasti bloccati, specialmente alle Figlie di San Camillo e al Policlinico Casilino, col risultato che per tutta la giornata è stato rallentato il soccorso in quella zona. E se, nel frattempo, si fosse creata un’emergenza grave?». Centinaia e centinaia di chiamate anche ieri al 118. «Viaggiamo sulle 2.500 telefonate — aggiunge la responsabile di sala nel turno serale — il problema è che molti si rivolgono a noi chiedendo di andare in ospedale per banale mal di denti o per una broncopolmonite. E’ anche per questo motivo, per quelle patologie accentuate dal freddo ma che si curano comunque in casa, che i nosocomi scoppiano».
C’è il “tutto esaurito" in corsia, da medicina a ortopedia, da cardiologia a geriatria. E all’elenco delle accettazioni (tra cui Santo Spirito, San Camillo-Forlanini, San Giovanni Addolorata, Villa San Pietro e Grassi di Ostia) che l’altra sera avevano comunicato l’indisponibilità assoluta di posti, si è aggiunta, nelle ultime ore, pure la resa dell’ospedale di Bracciano. Le situazioni più critiche si sono registrate al San Giovanni e, soprattutto, al Pertini dove la direzione sanitaria sta cercando in tutti i modi di reperire letti bis. Qualche paziente, gravissimo viene addirittura parcheggiato. «Ha 93 anni e fratture multiple, speriamo che ce la faccia — racconta un parente di Raffaella Settani — da sabato sera la tengono qui al Pertini sulla barella in camera operatoria, in attesa che si liberi un posto in rianimazione da qualche parte». La donna poteva essere trasferita ieri sera a Subiaco ma le sue condizioni hanno sconsigliato il trasporto. Conseguenza: è stata parcheggiata di nuovo. Aspettano tutti, familiari e pazienti, come Giuseppe Marchegiani, 87 anni, «affetto da cardiopatia e problemi respiratori» e destinato anch’egli in rianimazione: «Per ora — dicono in modo laconico al pronto soccorso del Pertini — lo abbiamo appoggiato in breve osservazione, domani è un altro giorno. E si vedrà».

Giu.Mar.