VIAGGIO NEGLI OSPEDALI
Il ricovero è come un
miraggio I reparti di dieci nosocomi verso il
“tutto esaurito”, finite anche le barelleIn città non si trovano quasi più posti letto. Ci sono politraumatizzati e
anziani intubati che aspettano sulla barella, da tre giorni, il trasferimento in
rianimazione. I più fortunati trovano un ricovero a Tivoli o Subiaco. Tanti sono
ormai, a Roma — complice anche l’incremento delle patologie legate a raffreddori
e bronchiti — i reparti strapieni e le accettazioni (una decina) che non
riescono a fronteggiare l’intasamento. L’ultimo bollettino dal fronte
ospedali non lasciava spazio all’ottimismo: alle 18 di ieri — per citare
l’esempio più eclatante — al pronto soccorso del “Sandro Pertini" c’erano 45
pazienti in attesa di essere visitati o di una sistemazione in corsia, lì o
altrove. Per molti di essi, mancando letti e carrozzine, attesa significa
“occupazione prolungata" della lettiga dell’ambulanza, come continua a
denunciare il 118. «Aspettiamo solo che ce la restituiscano — sorride amaro un
autista sul piazzale della struttura di Pietralata —: abbiamo portato un giovane
di colore investito vicino al mercato di Val Melaina, aveva entrambe le gambe
fratturate e qui non sapevano dove appoggiarlo». Racconti che si assomigliano,
che sembrano arrivare da un posto di trincea. «Per ore i nostri mezzi — spiegano
in serata dalla centrale — sono rimasti bloccati, specialmente alle Figlie di
San Camillo e al Policlinico Casilino, col risultato che per tutta la giornata è
stato rallentato il soccorso in quella zona. E se, nel frattempo, si fosse
creata un’emergenza grave?». Centinaia e centinaia di chiamate anche ieri al
118. «Viaggiamo sulle 2.500 telefonate — aggiunge la responsabile di sala nel
turno serale — il problema è che molti si rivolgono a noi chiedendo di andare in
ospedale per banale mal di denti o per una broncopolmonite. E’ anche per questo
motivo, per quelle patologie accentuate dal freddo ma che si curano comunque in
casa, che i nosocomi scoppiano». C’è il “tutto esaurito" in corsia, da
medicina a ortopedia, da cardiologia a geriatria. E all’elenco delle
accettazioni (tra cui Santo Spirito, San Camillo-Forlanini, San Giovanni
Addolorata, Villa San Pietro e Grassi di Ostia) che l’altra sera avevano
comunicato l’indisponibilità assoluta di posti, si è aggiunta, nelle ultime ore,
pure la resa dell’ospedale di Bracciano. Le situazioni più critiche si sono
registrate al San Giovanni e, soprattutto, al Pertini dove la direzione
sanitaria sta cercando in tutti i modi di reperire letti bis. Qualche paziente,
gravissimo viene addirittura parcheggiato. «Ha 93 anni e fratture multiple,
speriamo che ce la faccia — racconta un parente di Raffaella Settani — da sabato
sera la tengono qui al Pertini sulla barella in camera operatoria, in attesa che
si liberi un posto in rianimazione da qualche parte». La donna poteva essere
trasferita ieri sera a Subiaco ma le sue condizioni hanno sconsigliato il
trasporto. Conseguenza: è stata parcheggiata di nuovo. Aspettano tutti,
familiari e pazienti, come Giuseppe Marchegiani, 87 anni, «affetto da
cardiopatia e problemi respiratori» e destinato anch’egli in rianimazione: «Per
ora — dicono in modo laconico al pronto soccorso del Pertini — lo abbiamo
appoggiato in breve osservazione, domani è un altro giorno. E si vedrà».
Giu.Mar.
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