Cronaca di Frosinone

Giovedì 3 Gennaio 2002
SANITÀ Intervista a tutto campo al segretario generale regionale della Cisl?Fps Luigi Canali
Ecco perché il malato scappa
Oltre il 25% delle prestazioni fuori provincia (anche per interventi banali)

OLTRE il 25% delle prestazioni vengono effettuate dai frusinati fuori provincia e l’85% delle richieste per esami specialistici danno esito negativo. In queste due non trascurabili percentuali si racchiude il dramma della situazione sanitaria ciociara che pare non uscire mai, come quella nazionale, dalle difficoltà per dare un servizio migliore ai cittadini. Percentuali che ci sciorina, insieme a una serie di giudizi molto critici, il segretario generale regionale della CISL?Fps Luigi Canali che, essendo nato e ritornando spesso a Morolo, segue molto da vicino le vicende della sanità provinciale. Segretario, non le va bene niente... «Guardi, parlano i numeri che, purtroppo, dicono come ancora non si vedono i cambiamenti promessi. Qualche giorno fa ho avuto una diretta esperienza di come è mal organizzato l’ospedale di Frosinone. Si sono chiusi gli ospedali vicini che fungevano da filtro e questo ha causato l’intasamento della struttura del capoluogo, diventata invivibile. Invito i responsabili dell’Asl a visitarla in incognito per rendersi veramente conto del dramma vissuto dai cittadini. Si spiega perciò il motivo per cui il 26% delle prestazioni vengano effettuate fuori dall’Asl. I frusinati non sono attratti soltanto dalla capitale ma pure da Tivoli, da Avezzano, dalla Campania per interventi anche banali. Mi domando, per esempio, se è ancora possibile che per una coronografia si debba andare a Roma o a Caserta».
Certo è assurdo: ma perché secondo lei avviene questo? «Perché è ancora troppo forte l’ingerenza politica. Abbiamo assistito e assistiamo a vere e proprie "scorribande" di politici che danno l’ostracismo ora a questo ed ora a quello. Anche l’attuale direttore generale Cavallotti non è svincolato da questa logica perversa. Ci vuole una programmazione seria, servono investimenti in tecnologie al fine di istituire specialità come l’emodinamica, chirurgia e ortopedia "vere", la traumatologia e strutture di emergenza all’altezza della situazione. Il pronto soccorso di Frosinone andava bene tanti anni fa, oggi non più: prima che arrivi il consulente si può morire. Ecco perché la gente fugge altrove». Lei ha già censurato i politici, ora tocca ai medici? «Guardi, abbiamo in provincia grandi professionalità ma vengono sbattute in periferia. Potrei fare più di un esempio per confermare come con questi metodi non si dà la migliore sanità ai cittadini. Ci sono ancora ingerenze gravissime che non fanno governare con serenità. Quando non si verificano anche scandalosi casi di arroganza nei confronti del personale, che va invece coinvolto e motivato. Ci vuole anche molta formazione e soprattutto è necessaria e urgente l’approvazione della Pianta organica dell’Asl». Notizie attendibili sostengono che si trovi in dirittura d’arrivo... «Allora perché la Regione non l’approva? Mi domando cosa c’è dietro». Qual è la posizione della Cisl sul Piano sanitario regionale? «Siamo solo all’inizio. Come sindacato auspichiamo che si apra finalmente un confronto serio con l’assessore competente che finora non abbiamo ancora avuto. Per fare un altro esempio, siamo dell’avviso che bisogna rivedere subito i requisiti per gli accreditamenti in quanto non tutto il pubblico va buttato via ma certamente non tutto il privato è bello. E occorre trovare rimedi concreti e immediati alle liste d’attesa che non sono state affatto accorciate».

S. L.