Cronaca di Frosinone

Sabato 19 gennaio 2002

CECCANO
Ospedale, quanto mi costi: troppi soldi, pochi pazienti

di PIETRO ALVITI

CECCANO - Quattro milioni e 151mila euro, oppure, se preferite per avere un’idea più precisa per i nostri cervelli abituati alle lire, otto miliardi, per diciannove pazienti: la bellezza di oltre quattrocentoventi milioni a testa. Così viene gestita la sanità nella regione Lazio e nella provincia di Frosinone.
Sono i soldi spesi in questi anni per ristrutturare il «S. Maria della Pietà» e trasformare il vecchio manicomio in un ospedale moderno, degno della nostra epoca. Ebbene, dopo cotanto investimento di tempo e risorse possono starvi soltanto diciannove malati, gli altri devono andare chissà dove per farsi curare. Ci sono addirittura cinquantacinque posti pronti ma che nessuno può occupare. Bisogna tener sotto controllo la spesa, ci hanno detto, e limitare al massimo i ricoveri: così può accadere, come è accaduto, che il vecchietto portato al pronto soccorso per complicanze dell’influenza si ritrovi ad Avezzano o a Salerno o, se lui e la sua famiglia sono fortunati, a Colleferro. Così i cittadini ammalati, quelli chiamati giustamente pazienti, sono trattati come pacchi postali, ottimizzati, infischiandosene dei rapporti con i familiari, della possibilità di raggiungere gli ospedali, dei collegamenti pubblici. Ci hanno anche detto che si tratta di una situazione presente anche a Roma: ebbene è tutto il sistema allora che non è al servizio del cittadino.
Ben venga l’euro a ricetta se questo vuol dire avere più posti in ospedale ed essere curati un po’ più vicino a casa. La rabbia dei pazienti ha ormai raggiunto il colmo: la giunta presieduta da Storace sembrava intenzionata a una sterzata decisa. Non si son visti, almeno fin ad ora, i risultati di una tal manovra, anzi.