L’APPELLO Cognetti: «Diffidate dei ciarlatani, un portale vi
aiuterà» L’Antea : «Maggiori controlli on line
, c’è chi prescrive 12 uova al giorno per guarire dal tumore al pancreas»di FRANCESCA MALANDRUCCO
Era in cura
all’Antea, l’associazione romana che dall’87 assiste i malati terminali di
cancro, il ragazzo morto per un’iniezione miracolosa, che poi si è rivelata
fatale. «Una decina di giorni fa si è presentato al centro hospice -racconta
Giuseppe Casale, coordinatore dell’Antea - Aveva interrotto le terapie, che fino
ad allora gli avevano garantito una migliore qualità della vita nella fase
terminale della malattia, per seguire una cura "miracolosa" a base di
bicarbonato di sodio. Era in condizioni disastrate». Un caso, non l’unico. «Non
era la prima volta che sentivamo parlare della terapia a base di questa sostanza
somministrata, nella sua composizione farmaceutica, attraverso un catetere
direttamente nel tessuto colpito dal cancro. Già altri pazienti, e tre mesi fa
anche un bambino, sperando in un miracolo, si erano sottoposti alle stesse cure.
Ma non c'è stato alcun miracolo, per nessuno di loro. Per questo abbiamo deciso
di segnalare il caso alla magistratura». La nuova terapia viene
pubblicizzata on line, su un sito internet molto frequentato, da T.S., un medico
romano che assicura la guarigione partendo dall'ipotesi che il tumore sia
originato da un'infezione provocata da un fungo. «Questo dottore, tuttavia -
spiega il coordinatore sanitario di Antea - non dimostra scientificamente la sua
teoria. E soprattutto vende la soluzione a base di bicarbonato di sodio, che non
costa più di un euro, ad alcune centinaia di migliaia di lire. A molti pazienti,
inoltre, è stata offerta la possibilità di un ricovero presso una clinica romana
per portare a termine la cura. E il costo si aggirava intorno ad una ventina di
milioni». «Purtroppo di storie come queste ne sentiamo in continuazione -
dice Casale -. Otto mesi fa la moglie di un paziente mi ha raccontato di aver
sottoposto il marito ad una nuova cura. Il fantomatico medico, con cui la donna
era entrata in contatto dopo un lungo passa parola con famiglie di altri malati
terminali, proponeva una terapia miracolosa per combattere la neoplasia al
pancreas: ingerire 12 uova al giorno. Anche in quel caso non c'è stato, com'era
evidente, alcun miracolo. C'è bisogno di maggiore controllo e vigilanza per
evitare che persone senza scrupoli speculino sulla disperazione delle famiglie
dei malati terminali. Per questo stiamo portando avanti un progetto di ricerca
on line per creare un movimento di vigilanza tra le varie associazioni che si
occupano dei malati oncologici». E un invito a diffidare da tutte le cure
prodigiose pubblicizzate via Internet arriva anche da Francesco Cognetti, vice
presidente della Commissione oncologica regionale e direttore scientifico del
Regina Elena. «Ciarlatani e finti guaritori - dice Cognetti - approfittano della
fragilità psicologica delle famiglie in cui c'è un malato di tumore. Episodi di
questo tipo ci capitano molto spesso. Ma occorre rimanere vigili. Lo stesso
Ordine dei medici deve intervenire di fronte ai casi evidenti di violazione
della deontologia professionale. Mentre il cittadino deve sapere che può fidarsi
solo delle informazioni fornite dai siti istituzionali, del ministero o delle
società scientifiche. A giorni il ministero della Sanità attiverà un portale che
metterà in rete tra loro tutti gli istituti oncologici italiani. L'obiettivo è
quello di consentire lo scambio di informazioni all'interno, tra i vari
ricercatori dei centri, ma anche all'esterno fornendo un servizio al
pubblico»
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