Cronaca di Frosinone

Venerdì 1 febbraio 2002
Manifestazione di Cgil, Cisl e Uil contro la riforma dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori
Il no dei sindacati al governo

di VALENTINO MINGARELLI

PENSIONATI e lavoratori armati di bandiere e striscioni sono tornati a sfilare per le vie della città per far sentire la loro voce contro la politica economica governativa. Una manifestazione riuscitissima per il vertice sindacale provinciale che parla anche di adesione altissima dei lavoratori allo sciopero. Aldilà della diversità di dati tra le parti sulla percentuale dei lavoratori che hanno aderito allo sciopero, in piazza della Libertà sono giunti in tanti dopo aver attraversato parte del centro storico della città. Mezz’ora di cammino all’incirca da piazza San Tommaso d’Aquino fino a piazza della Libertà con il segretario della Cgil Guido Tommasi che scaldava i manifestanti ricordando al megafono i motivi della mobilitazione sindacale. Una volta giunti in piazza, come da copione i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil si sono alternati al microfono. Ad aprire il segretario generale della Cisl Romano Fratarcangeli che ha subito arringato la folla ricordando che la scelta della piazza non era casuale, in quanto adiacente ad essa vi è allo stesso tempo il palazzo della Prefettura massima rappresentanza del governo in provincia e la sede dell’Unione Industriale in rappresentanza della Confindustria. E Fratarcangeli ha ricordato che lo sciopero è appunto contro il governo che si ostina a proporre riforme impopolari e contro la Confindustria che è il vero suggeritore del governo. L’intervento di Fratarcangeli è servito poi a dare la carica a Benedetto Mollica che si è esibito in un comizio stile anni settanta quando si pensava che la ragione fosse da una parte sola. Mollica ha parlato di uno scontro non solo politico ma anche culturale, di un governo che è costretto a pagare una cambiale a Confindustria, di un un attacco ai diritti dei lavoratori, del tentativo di voler cancellare la concertazione, insomma di un governo che vuole riportare indietro i lavoratori. A seguire il segretario generale della Uil Domenico Fracasso ha ammonito le controparti ricordando che il movimento sindacale non si fermerà, che vogliono e devono difendere i diritti civili di un Paese che deve restare civile. «Confindustria e governo non hanno alcuna possibilità perché noi non molleremo, andremo avanti compatti. Vinceremo con la forza delle nostre idee, delle nostre ragioni. Dobbiamo tenere alta la guardia perché siamo di fronte ad un pericolo subdolo che è quello di voler precarizzare tutto il mondo del lavoro partendo dalla cancellazione dell’articolo 18».
Alla manifestazione era presente anche il consigliere regionale dei Democratici di Sinistra Francesco De Angelis, un veterano delle manifestazioni, che ha ricordato come «i lavoratori del frusinate sono stati capaci di non rinchiudersi nel loro egoismo di "garantiti" e sono scesi tutti in lotta, anche se la modifica dell’articolo 18 riguarda solo i neoassunti. Hanno capito bene che si comincia ad attaccare i diritti di alcuni per poi smantellare quelli di tutti». Un sindacato tornato così decisamente guerriero dopo un lungo periodo di mobilitazione blanda ed incerta dovuta alla presenza dei vari governi amici di centrosinistra. Ora con un governo di centrodestra dovrebbe essere più facile riprendere il naturale ruolo di contestatori, anche se di progressista i vari esecutivi di sinistra degli scorsi anni hanno fatto davvero vedere poco.