LA PROPOSTA DEL SINDACATO
Bartoletti: «Uno sportello in ogni
ambulatorio Asl per aiutare i pazienti a trovare il dottore vicino casa»«Una scelta
più consapevole e ragionata da parte dei
singoli pazienti nei confronti del proprio medico di famiglia. Che non
rappresenti, quindi, un atto casuale compiuto su una lista anonima di nomi e
cognomi proposta dalla Asl». Di questo è assolutamente convinto il dottor
Pierluigi Bartoletti, segretario regionale della Fimmg (l’Associazione medici di
medicina generale), che nella capitale conta circa 1.500 iscritti su 5.400
medici di famiglia. Un’attenta scelta, infatti, «garantirebbe tra medico e
paziente un rapporto non solo di tipo tecnicistico e ultra professionale ma
anche, e sopratutto, una relazione piu intima e personale che dovrebbe
prevedere, quindi, una maggiore apertura e sensibilità nei confronti del
paziente stesso». «La realtà - afferma Bartoletti - è che manca una
struttura organizzata a livello regionale che permetta al malato di poter
trovare nella propria zona un medico in qualunque momento, anche fuori il
proprio orario lavorativo». Per questo la proposta portata avanti dal dottor
Bartoletti è quella di poter creare nel Lazio, sfruttando i poliambulatori delle
Asl, delle strutture adeguate, dei veri e propri centri operativi che prevedano
l’impiego di medici di famiglia affiancati da medici di guardia e che
garantiscano al cittadino una presenza territoriale capillare. «Il problema poi,
è anche un altro - aggiunge Bartoletti -, quello che riguarda la necessità di
creare un rapporto diretto tra i medici di famiglia e gli specialisti della Asl,
che vengono consigliati direttamente ai pazienti dai medici stessi. L’unico tipo
di relazione che si viene a creare tra le due figure professionali prevede
spesso solo l’utilizzo di una ricetta da parte del medico di base, cioè di una
richiesta di prestazioni ad opera di uno specialista, che non comporta alcuna
responsabilità del medico di famiglia sulla sua corretta e puntuale esecuzione».
«Spesso - continua - le prestazioni richieste possono addirittura essere
effettuate dopo anni dalla richiesta da parte del medico di famiglia».
Proprio per ovviare a questo inconveniente il dottor Bartoletti propone di
creare un tipo particolare di ricette: dovrebbe recare un codice che ne
garantisca l’effettiva esecuzione entro 48 ore dalla richiesta. «Comunque -
precisa - è importante sottolineare ed evidenziare il rapporto umano che deve
necessariamente sussistere tra medico e paziente al fine di non creare
spiacevoli conflitti». «Spesso - conclude - nei rapporti di lungo periodo tra
medici e pazienti, le denuncie maggiori avvengono più per mancanza di educazione
e sensibilità nei confronti della propria condizione di malati piuttosto che per
mancanze puramente professionali».
V.C.
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