Lazio

Giovedì 14 Marzo 2002
LA PROPOSTA DEL SINDACATO
Bartoletti: «Uno sportello in ogni ambulatorio Asl per aiutare i pazienti a trovare il dottore vicino casa»

«Una scelta più consapevole e ragionata da parte dei singoli pazienti nei confronti del proprio medico di famiglia. Che non rappresenti, quindi, un atto casuale compiuto su una lista anonima di nomi e cognomi proposta dalla Asl». Di questo è assolutamente convinto il dottor Pierluigi Bartoletti, segretario regionale della Fimmg (l’Associazione medici di medicina generale), che nella capitale conta circa 1.500 iscritti su 5.400 medici di famiglia. Un’attenta scelta, infatti, «garantirebbe tra medico e paziente un rapporto non solo di tipo tecnicistico e ultra professionale ma anche, e sopratutto, una relazione piu intima e personale che dovrebbe prevedere, quindi, una maggiore apertura e sensibilità nei confronti del paziente stesso».
«La realtà - afferma Bartoletti - è che manca una struttura organizzata a livello regionale che permetta al malato di poter trovare nella propria zona un medico in qualunque momento, anche fuori il proprio orario lavorativo». Per questo la proposta portata avanti dal dottor Bartoletti è quella di poter creare nel Lazio, sfruttando i poliambulatori delle Asl, delle strutture adeguate, dei veri e propri centri operativi che prevedano l’impiego di medici di famiglia affiancati da medici di guardia e che garantiscano al cittadino una presenza territoriale capillare. «Il problema poi, è anche un altro - aggiunge Bartoletti -, quello che riguarda la necessità di creare un rapporto diretto tra i medici di famiglia e gli specialisti della Asl, che vengono consigliati direttamente ai pazienti dai medici stessi. L’unico tipo di relazione che si viene a creare tra le due figure professionali prevede spesso solo l’utilizzo di una ricetta da parte del medico di base, cioè di una richiesta di prestazioni ad opera di uno specialista, che non comporta alcuna responsabilità del medico di famiglia sulla sua corretta e puntuale esecuzione». «Spesso - continua - le prestazioni richieste possono addirittura essere effettuate dopo anni dalla richiesta da parte del medico di famiglia».
Proprio per ovviare a questo inconveniente il dottor Bartoletti propone di creare un tipo particolare di ricette: dovrebbe recare un codice che ne garantisca l’effettiva esecuzione entro 48 ore dalla richiesta. «Comunque - precisa - è importante sottolineare ed evidenziare il rapporto umano che deve necessariamente sussistere tra medico e paziente al fine di non creare spiacevoli conflitti». «Spesso - conclude - nei rapporti di lungo periodo tra medici e pazienti, le denuncie maggiori avvengono più per mancanza di educazione e sensibilità nei confronti della propria condizione di malati piuttosto che per mancanze puramente professionali».

V.C.