La sostanza radioattiva, classificata
“sicuramente cancerogena”, è liberata dai materiali da
costruzione Gas velenoso: allarme in
Ciociaria Frosinone tra le province italiane
dov’è maggiore la concentrazione di radondi ANTONIO MARIOZZI
Allarme radon in
Ciociaria. A lanciarlo è il presidente della Fondazione Ecowall Italia e della
Eco-School (la federazione per la salvaguardia ambientale nelle scuole, negli
ambienti di lavoro e nelle abitazioni private), Claudio Fasano. L'Ecowall ha
avviato una campagna di sensibilizzazione e si sta battendo per far conoscere la
pericolosità del gas radioattivo. Il Lazio, secondo uno studio della Fondazione,
è tra le regioni a più alto rischio- radon, che l'Organizzazione Mondiale della
Sanità ha inserito nel gruppo delle sostanze "sicuramente cancerogene". E la
provincia di Frosinone, sostiene Fasano, è nel Lazio tra quelle più minacciate
dal radon, proveniente dal terreno e dai materiali da costruzione, che si
diffonde nell'aria di abitazioni, scuole ed edifici atomi radioattivi. «In
diversi casi - spiega Fasano - abbiamo preso in esame la Ciociaria ed è emerso
uno stato di pericolosità in linea con i dati a più alta incidenza a livello
nazionale. Voglio ricordare che il radon può provocare leucemie e tumori. Tra i
30 mila casi l'anno di cancro al polmone in Italia - spiega il presidente della
Ecowall Italia- il 15 per cento è attribuito al radon, che è considerato più
pericoloso dell'elettrosmog e ritenuto la seconda causa di tumore dopo il fumo
di sigaretta». L'Ecowall stima che ogni anno in Italia questo "nemico
invisibile" provoca tra i 1600 e i 6400 casi di tumori. «Il Frusinate- dice
ancora Fasano- è una zona soggetta in gran parte al radon e si dovrebbero
adottare sistemi di costruzione ecologici per ridurre le immissioni del gas
radioattivo e tutelare i cittadini». I maggiori rischi si incontrano nei centri
storici. «Bisogna sensibilizzare di più gli enti locali per evitare di costruire
in futuro edifici con materiali inquinanti. Anche in Ciociaria- suggerisce
Fasano- è necessario avviare una campagna di monitoraggio sulla presenza del
radon nelle abitazioni, nelle scuole e nei luoghi di lavoro». La soglia di
pericolosità scatta quando si superano i 500 bequerel (unità di misura) per
metro cubo d'aria. Secondo le stime ufficiali, nelle aule di una scuola
costruita a piano terra o seminterrato la concentrazione di radon varia da 300 a
1300 bequerel. «Il pericolo -spiega ancora - incombe già sui 500 bequerel e
questo non vale solo per le scuole. In Italia, oltre agli edifici scolastici,
molti stabili condominali o fabbriche superano i 1000 bequerel. Tutte le
strutture costruite fino agli anni '80 sono interessate alla presenza di gas
radon nei piani terra e seminterrati e riguardano migliaia di scuole nell'intera
Penisola». Il numero uno della Ecowall punta a realizzare una "geografia del
rischio". «Se le istituzioni non si attiveranno - dice - non risolveremo mai il
problema. Aziende ed enti avviino un monitoraggio sulla possibile presenza di
gas radon per arrivare al più presto alla bonifica dei siti». Eliminare il radon
in un appartamento di 100 metri quadrati costa tra i 2,5 e i 4 milioni. Gli
interventi consistono nel convogliare, attraverso flussi d'aria, il radon dal
sottosuolo fino oltre il tetto. «In questo modo - conclude Fasano - i valori si
attestano sotto la soglia di pericolosità. Ma nel Lazio sono ancora pochissimi i
progetti di bonifica e occorre voltare pagina».
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