Lazio

Mercoledì 27 Marzo 2002
IL CASO
«Volantino BR nella sede della Uil»
La denuncia: è giunto per posta in un ufficio alla vigilia dell’attentato a Biagi

di MARCO GIOVANNELLI

La firma fa paura: Br-Pcc. E quando c’è stato l’omicidio di Marco Biagi a Bologna, la memoria ha fatto subito un salto a ritroso verso quel volantino ritrovato tra la normale corrispondenza recapitata qualche giorno prima in un ufficio decentrato della Uil romana: «Quelle minacce ci avevano impensierito - commenta un dirigente del sindacato che si è occupato di tutta la faccenda - ma quando è arrivata la notizia dell’attentato la tensione tra di noi è aumentata».
Il volantino recapitato alla Uil era piuttosto breve e, secondo chi ha avuto la possibilità di leggerlo, si può riassumere in quattro punti: una premessa politica contro l’imperialismo e l’impegno alla lotta del proletariato al capitalismo, un passaggio di rievocazione dell’assassinio di Massimo D’Antona con una frase choc (“uno, dieci, cento D’Antona"), minacce al “padre" dello Statuto dei lavoratori Gino Giugni e infine minacce contro il “sindacalismo confindustriale". L’analisi del testo è stato subito affidato ai massimi esperti di terrorismo e poche ore dopo il rinvenimento sarebbe stata confermata l’autenticità del volantino al segretario nazionale della Uil Luigi Angeletti. Del volantino non è stata fatta nessuna copia. La Questura (appena informata della missiva) ha vietato di maneggiare in qualsiasi modo il foglio di carta per evitare eventuali inquinamenti sulle impronte e altre tracce necessarie per le indagini.
«Quella mattina avevamo ricevuto molta posta, come quasi ogni giorno perché in quell’ufficio ci occupiamo soprattutto di patronato - racconta un dirigente sindacale - e nel pomeriggio è stata aperta la busta. Era stata imbucata all’aeroporto di Fiumicino e sul retro era stato riportato il mittente: nome e cognome di una donna risultati di fantasia. E’ stato dato subito l’allarme alla polizia che ha sequestrato il volantino e il giorno dopo ci ha confermato l’autenticità. Non è la prima volta che riceviamo minacce generiche e proclami ma questa volta era un documento molto preciso, davvero circostanziato. Paura? Subito no ma appena abbiamo saputo dell’attentato di Bologna il pensiero è andato a quel volantino. In ogni caso siamo sempre in piazza, accanto alla gente e non ci nascondiamo».
Nel mirino dei terroristi c’è tutto il mondo sindacale e anche alla Cisl ha alzato la guardia. «Nell’ultimo anno - conferma un sindacalista - c’è stata una recrudescenza di volantini spediti nelle nostre sedi ma anche fatti rinvenire soprattutto in ospedali e nei depositi dell’Atac. Abbiamo segnalato tutto alla Prefettura».