IL CASO «Volantino BR nella sede della Uil» La
denuncia: è giunto per posta in un ufficio alla vigilia dell’attentato a Biagidi MARCO GIOVANNELLI
La firma fa paura: Br-Pcc. E quando c’è stato l’omicidio di Marco
Biagi a Bologna, la memoria ha fatto subito un salto a ritroso verso quel
volantino ritrovato tra la normale corrispondenza recapitata qualche giorno
prima in un ufficio decentrato della Uil romana: «Quelle minacce ci avevano
impensierito - commenta un dirigente del sindacato che si è occupato di tutta la
faccenda - ma quando è arrivata la notizia dell’attentato la tensione tra di noi
è aumentata». Il volantino recapitato alla Uil era piuttosto breve e,
secondo chi ha avuto la possibilità di leggerlo, si può riassumere in quattro
punti: una premessa politica contro l’imperialismo e l’impegno alla lotta del
proletariato al capitalismo, un passaggio di rievocazione dell’assassinio di
Massimo D’Antona con una frase choc (“uno, dieci, cento D’Antona"), minacce al
“padre" dello Statuto dei lavoratori Gino Giugni e infine minacce contro il
“sindacalismo confindustriale". L’analisi del testo è stato subito affidato ai
massimi esperti di terrorismo e poche ore dopo il rinvenimento sarebbe stata
confermata l’autenticità del volantino al segretario nazionale della Uil Luigi
Angeletti. Del volantino non è stata fatta nessuna copia. La Questura (appena
informata della missiva) ha vietato di maneggiare in qualsiasi modo il foglio di
carta per evitare eventuali inquinamenti sulle impronte e altre tracce
necessarie per le indagini. «Quella mattina avevamo ricevuto molta posta,
come quasi ogni giorno perché in quell’ufficio ci occupiamo soprattutto di
patronato - racconta un dirigente sindacale - e nel pomeriggio è stata aperta la
busta. Era stata imbucata all’aeroporto di Fiumicino e sul retro era stato
riportato il mittente: nome e cognome di una donna risultati di fantasia. E’
stato dato subito l’allarme alla polizia che ha sequestrato il volantino e il
giorno dopo ci ha confermato l’autenticità. Non è la prima volta che riceviamo
minacce generiche e proclami ma questa volta era un documento molto preciso,
davvero circostanziato. Paura? Subito no ma appena abbiamo saputo dell’attentato
di Bologna il pensiero è andato a quel volantino. In ogni caso siamo sempre in
piazza, accanto alla gente e non ci nascondiamo». Nel mirino dei terroristi
c’è tutto il mondo sindacale e anche alla Cisl ha alzato la guardia.
«Nell’ultimo anno - conferma un sindacalista - c’è stata una recrudescenza di
volantini spediti nelle nostre sedi ma anche fatti rinvenire soprattutto in
ospedali e nei depositi dell’Atac. Abbiamo segnalato tutto alla Prefettura».
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