Cronaca di Frosinone

Venerdì 8 Marzo 2002

OSPEDALE
Un incontro (si spera) decisivo sul parcheggio

di SILVANO CIOCIA

SARÀ un incontro molto importante quello fisssato dall’ assessore all’Ecologia del comune di Frosinone Sandro Lunghi, per questa mattina alla 11 nei propri uffici con il Manager della Ausl Carmine Cavallotti funzionari dell’area amministrativa e medica. Motivo: decidere una volta per tutte sul problema del parcheggio selvaggio antistante gli ingressi dell’Ospedale Umberto 1° di Frosinone.
Un problema annoso, spinoso e forse anche difficile da risolvere atteso che sono almeno due le amministrazioni interessate al caso. Da una parte l’Ausl che è proprietaria dell’area privata ma è anche vero che da sempre di uso pubblico nella quale possono entrarvi tutti indipendentemente per usufruire o meno delle prestazioni sanitarie, senza alcuna recinzione, luogo che conduce ad un ospedale publico. Una situazione che va affrontata in toto e questo è l’obiettivo che si sono prefissi Manager ed Assessore Comunale anche perchè i disagi quotidiani che affrontano classe medica e operatori interessati sono tanti in quanto ogni giorno devono faticare e non poco per trovare un posto disponibile. Parcheggiare nel piazzale del nosocomio cittadino è diventato un vero e proprio rebus spazi non ve ne sono nemmeno per i pazienti «particolari» ovvero dializzati e handicappati.
Ci vuole una collaborazione tra Ausl e Comune - afferma Lunghi - e proprio in questa ottica va la riunione di venerdi onde concordare un protocollo d’intesa dal quale dovranno scaturire precise norme sulla disciplina organizzativa all’interno del piazzale,
Chi vuole un vigile urbano sempre sul posto, chi invece invoca la messa in opera di una sbarra che possa limitarne il traffico interno. Due ipotesi allo studio . Certo è che bisognerà intervenire comunque ed in qualunque maniera in quanto sono all’ordine del giorno risse e litigi con il personale addetto alla sorveglianza . Anche gli utenti sono disperati perchè non possono disporre di aree e spazi necessari per accompagnare o prelevare i propri familiari una volta dimessi dal reparto. Insomma sempre più corposo il coro di proteste. Non si può continuare ad essere sordi anche perchè si rischia di apparire, tra l’altro, insensibili al dramma che sopporta l’utenza.