OSPEDALE Un incontro (si
spera) decisivo sul parcheggio
di
SILVANO CIOCIA
SARÀ un incontro molto importante quello
fisssato dall’ assessore all’Ecologia del comune di Frosinone Sandro
Lunghi, per questa mattina alla 11 nei propri uffici con il Manager della
Ausl Carmine Cavallotti funzionari dell’area amministrativa e medica.
Motivo: decidere una volta per tutte sul problema del parcheggio selvaggio
antistante gli ingressi dell’Ospedale Umberto 1° di Frosinone. Un
problema annoso, spinoso e forse anche difficile da risolvere atteso che
sono almeno due le amministrazioni interessate al caso. Da una parte
l’Ausl che è proprietaria dell’area privata ma è anche vero che da sempre
di uso pubblico nella quale possono entrarvi tutti indipendentemente per
usufruire o meno delle prestazioni sanitarie, senza alcuna recinzione,
luogo che conduce ad un ospedale publico. Una situazione che va affrontata
in toto e questo è l’obiettivo che si sono prefissi Manager ed Assessore
Comunale anche perchè i disagi quotidiani che affrontano classe medica e
operatori interessati sono tanti in quanto ogni giorno devono faticare e
non poco per trovare un posto disponibile. Parcheggiare nel piazzale del
nosocomio cittadino è diventato un vero e proprio rebus spazi non ve ne
sono nemmeno per i pazienti «particolari» ovvero dializzati e
handicappati. Ci vuole una collaborazione tra Ausl e Comune - afferma
Lunghi - e proprio in questa ottica va la riunione di venerdi onde
concordare un protocollo d’intesa dal quale dovranno scaturire precise
norme sulla disciplina organizzativa all’interno del piazzale, Chi
vuole un vigile urbano sempre sul posto, chi invece invoca la messa in
opera di una sbarra che possa limitarne il traffico interno. Due ipotesi
allo studio . Certo è che bisognerà intervenire comunque ed in qualunque
maniera in quanto sono all’ordine del giorno risse e litigi con il
personale addetto alla sorveglianza . Anche gli utenti sono disperati
perchè non possono disporre di aree e spazi necessari per accompagnare o
prelevare i propri familiari una volta dimessi dal reparto. Insomma sempre
più corposo il coro di proteste. Non si può continuare ad essere sordi
anche perchè si rischia di apparire, tra l’altro, insensibili al dramma
che sopporta l’utenza.
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