Cronaca di Frosinone | |
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Martedì 12 Marzo 2002 | |
Ex ospedale, va definito il ruolo della struttura di GIANNI FEDERICO VEROLI - Quello dell’ospedale civile è un enigma che si deve sciogliere, una telenovela che ha già avuto troppe puntate e che deve finire. Eppure quando si è trattato di prendere voti, i politici che salirono a Veroli, non ebbero timori nell’affermare che per la struttura di Largo Alfedena, le cose si sarebbero messe bene. Macché, niente di niente! I tempi ora urgono e l’ospedale versa in condizioni pietose, quasi cade a pezzi e si aspetta da tempo anche la riconversione in Rsa. Si può sapere che fine hanno fatto quei tre miliardi della Regione che avrebbero salvato l’immobile da sicura morte? Che fine hanno fatto le belle parole spese per il nosocomio verolano? Gli ospedali di altre città sono stati salvati e rimessi su, quello di Veroli deve morire, ma per quale volontà? I cittadini sono adirati per questa situazione da terzo mondo, anche perché, per qualsiasi cosa abbiano bisogno, devono rivolgersi ad altre strutture, pur fatiscenti come quella verolana, ma funzionanti. Tutti gli ospedali della zona sono dei doppioni di quello provinciale e allora non si racconti che solo quello di Veroli va soppresso per necessità di posti, o perché pesa troppo sulla Asl. Ci raccontino un’altra storia. Di certo bisogna individuare e chiarire il motivo per cui la sola struttura verolana da fastidio. Ci spieghino cosa impedisce la riapertura di una struttura che per posizione e aria salubre è la migliore in assoluto. Si era parlato tempo fa di spostare anche gli ambulatori perché i locali non erano idonei, grazie alla negligenza di chi doveva provvedere, acché gli stessi locali non andassero in rovina. Comunque, sembra, ma non è sicuro, che in questi giorni, si sentono rumori all’interno dell’ospedale e c’è chi assicura che alcuni lavori si stiano facendo! Fosse la volta buona. Speriamo di sì, anche perché quell’ospedale ha dato tanto per la vita della gente e potrebbe dire ancora la sua se l’incuria e la passività di chi comanda non incombessero come ombre nere e funeste. |