Cronaca di Frosinone

Giovedì 14 Marzo 2002
SORA
Riduzione dei posti-letto in ospedale, Rea protesta

SORA - Un chiaro e forte "no" ad una ulteriore riduzioni dei posti letto nell'ospedale S.S.Trinità di Sora. A raccogliere e rilanciare il grido d'allarme è l'on. Romolo Rea, componente della commissione regionale sanità, che critica fortemente il ventilato ridimensionamento del numero di posti letto di alcuni reparti del nosocomio cittadino che sarebbe previsto dal piano sanitario locale. «Quello che sta avvenendo nella sanità ciociara ed in particolar modo nel polo "C" ha dell'incredibile - dichiara il consigliere regionale - in un comprensorio cui fanno riferimento 27 comuni con una popolazione di 107.293 abitanti ancora si parla di tagli e riduzioni di posti letto nell'unico presidio ospedaliero rimasto, dopo la chiusura degli ospedali di Isola del Liri, Arpino e Atina». Secondo il consigliere regionale «continuare nella riduzione dei posti letto nei reparti di Medicina e Chirurgia rappresenta un ulteriore schiaffo agli utenti del comprensorio, costretti a rivolgersi ad altre Asl addirittura fuori Regione. E' ben nota - continua Rea - la migrazione dei pazienti verso ospedali abruzzesi che, oltre a rappresentare un disagio per gli utenti stessi, costituisce un dispendio di risorse economiche che penalizza in particolare le fasce sociali più deboli». A seguito di queste considerazioni l'esponente politico chiede «ai vertici manageriali della Asl di Frosinone di riconsiderare, e di conseguenza di rivedere, il piano sanitario locale del Polo C che, non essendo sottoposto ad approvazione regionale, può essere modificato secondo le reali esigenze sanitarie del territorio, in attesa dell'approvazione del piano sanitario regionale da parte del consiglio regionale in un ottica di equità nell'assistenza e di distribuzione paritaria di risorse, ricordando che si possono studiare le migliori strategie operative ma il fine deve essere sempre rappresentato dal ponderare che la salute non può essere considerata, in nessun caso, un affare!». Speriamo che l'appello venga raccolto.