La novità Le ricette non scadono più se la colpa è delle AslLa ricetta non scade più quando sono le Asl, gli ospedali e le strutture
private accreditate a ritardare la prestazione richiesta. La Regione ha infatti
modificato una norma che obbligava gli assistiti a tornare dal medico di fiducia
per farsi rinnovare la prescrizione. Il meccanismo del passato era questo. Il
paziente riceveva dal medico la ricetta “rosa" per effettuare (ad esempio) una
ecografia ed entro dieci giorni doveva prenotare l’esame. Se l’indagine
diagnostica però veniva fissata oltre i dieci giorni, il paziente doveva tornare
dal medico per rinnovare la prescrizione. Tutto questo significa la duplicazione
di tutte le operazioni con la naturale perdita di molto tempo. Da metà mese
cambia tutto. Il paziente ha sempre dieci di tempo per prenotare l’esame
diagnostico e da quel momento, anche se l’appuntamento è per il mese successivo,
non deve rinnovare la ricetta. La regione su questo è categorica: i soggetti
erogatori (pubblici e privati ma accreditati) non possono chiedere il rinnovo
della ricetta se la prenotazione è stata effettuata dal paziente in tempo utile
(cioè entro i dieci giorni) ma l’erogazione è ritardata per colpa delle liste di
attesa. Con questa iniziativa la Regione chiede ai manager delle Asl e delle
Aziende ospedaliere di intervenire per abbattere le liste d’attesa e garantire
quanto prima l’erogazione delle prestazioni sanitarie richieste. Una bella
novità contro la burocrazia che va incontro ai cittadini e ai medici di
famiglia: i primi non devono tornare negli studi, i secondi hanno meno lavoro.
M.Gi.
|