MEGA APPALTO ALLA ASL
Ex manager e funzionari alla sbarradi RAFFAELE CALCABRINA
«Il processo non si
deve fare e gli atti debbono tornare al giudice per le indagini preliminari». È
cominciato con una serie interminabile di eccezioni procedurali, sollevate ieri
dai difensori, il processo che vede coinvolte otto persone per turbativa d’asta
nell’ambito di alcuni appalti dell’Asl. Nell’aula del tribunale del capoluogo
erano presenti gli imputati che sono l’ex direttore generale dell’Asl di
Frosinone Giuseppe Torti, più i componenti della commissione che aggiudicò nel
1995 l’appalto per la progettazione dei nuovi ospedali di Cassino e Frosinone.
Ovvero Pio Pilozzi di Acuto, Giancarlo Zonfrilli di Pontecorvo, Antonio
Pantanella di Arpino, il sindaco di Roccadarce Francesco Belli, gli ingegneri
Giuseppe Lupoi e Silvio Mancini, l’avvocato Pietro Sciuba, gli ultimi tre tutti
di Roma. Secondo l’accusa, nel bando di gara vi erano delle clausole non chiare
allo scopo di pilotare la gara stessa. La difesa, rappresentata dagli avvocati
De Cesaris, Ferrazza, Di Giovanni, Fortuna e Delitta, ha eccepito subito la
nullità del decreto che ha disposto il rinvio a giudizio. I legali hanno puntato
l’indice «sull’indecifrabilità e genericità del capo di imputazione», nonché su
una motivazione lunga ben 23 pagine. Contro l’accoglimento di tali richieste si
sono opposti il pm Tonino Di Bona e le parti civili. Il giudice Pierluigi
Cianfrocca ha deciso comunque di riservarsi ogni decisione alla prossima
udienza, fissata per il 22 maggio.
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