Ama, altri sindacalisti
promossi In graduatoria 10 esponenti delle Rsu
fra i primi 17di PIETRO PIOVANI
Ancora una volta all’Ama
i sindacalisti dimostrano di essere i più bravi nei concorsi. Ecco una nuova
selezione interna, questa volta per sedici posti da capo operaio autista, quinto
livello. I concorrenti alla prova scritta (test a risposta multipla) sono 314. I
primi 25 classificati hanno diritto a partecipare alla seconda fase della
selezione. Graduatoria al termine della prova scritta: nelle prime venticinque
posizioni ci sono undici sindacalisti. E quasi tutti sono ai primissimi posti:
dieci sono fra i primi diciassette classificati. Fra gli undici la parte del
leone la fa la Cisl, che può vantare ben sei dei suoi in classifica. Gli altri
sono Cgil (due), Uil (uno), Cisal (uno) e Ugl (uno). I 25 selezionati dovranno
sostenere un lungo corso di formazione, al termine del quale una commissione
dovrà esprimere la valutazione finale. Per sindacalista, sia chiaro, non si
intende semplicemente chi è iscritto a una sigla sindacale (all’Ama l’80 per
cento dei dipendenti ha una tessera in tasca). Per sindacalista qui s’intende un
rappresentante eletto nelle Rsu oppure uno che non è stato eletto ma che alle
elezioni era candidato in testa di lista. Fra gli undici ben piazzati c’è
persino chi gode del “distacco sindacale". Cioè dipendenti che sono esonerati
dal lavoro per dedicarsi a tempo pieno al sindacato. A difesa dell’azienda,
va sottolineato che l’Ama è una società per azioni e in quanto tale non deve
rispettare le regole delle amministrazioni pubbliche: può promuovere tutti i
dipendenti che vuole, anche senza concorsi e graduatorie. Ma gli
interrogativi restano: come è possibile che all’Ama i sindacalisti siano così
preparati? Ed è giusto che nei ruoli direttivi (un caposquadra o un capo-autista
comandano gruppi di venti-trenta persone) ci sia una presenza così alta di
rappresentanti sindacali? Le stesse domande sollevate appena un mese fa dalla
Cgil nazionale, che con una lettera alla magistratura segnalò l’anomalia di un
altro concorso dell’Ama: 55 posti da caposquadra disponibili, mille candidati,
29 sindacalisti fra i promossi). Interpellata da “Il Messaggero", l’Ama
risponde: «La selezione è stata affidata a una società esterna, che non ci ha
segnalato alcuna irregolarità. Tutto si è svolto nella massima trasparenza, non
ci sono stati ricorsi». L’Ama se la prende poi con chi ha lasciato che la
graduatoria trapelasse all’esterno dell’azienda: «Siamo stanchi di queste
insinuazioni, se qualcuno ha sospetti lo invitiamo a farsi avanti e a rivolgersi
alle autorità competenti. Di fronte a queste iniziative anonime stiamo valutando
la possibilità di azioni legali per tutelare l’immagine dell’azienda». La
società privata che ha curato la selezione per conto dell’Ama si chiama
Mercuri-Urval. E’ una delle multinazionali più titolate nel settore, con sedi in
tutto il mondo. L’ufficio di Roma è diretto da Claudio Panella, che fino a
qualche tempo fa era un dirigente della Cgil (nella Federazione dei trasporti
prima e poi nella Funzione pubblica). Panella rivendica la trasparenza delle
procedure osservate: «I questionari con le risposte vengono consegnati in buste
anonime, soltanto dopo la correzione vengono associati al candidato». Magari
qualcuno ha avuto le domande in anticipo, no? «Impossibile. Abbiamo preparato
tre diversi fascicoli ciascuno con 150 domande diverse, prima della prova ne è
stato sorteggiato uno. Bisognava impararsi a memoria 450 risposte!» Quanto alla
successiva selezione (che per il primo concorso si è già svolta, per il secondo
ancora no) Panella spiega: «I candidati seguono alcune ore di formazione. Al
termine di ogni giornata i candidati devono scrivere un elaborato. Per il
concorso dei caposquadra abbiamo corretto 2.178 elaborati scritti dai candidati
di proprio pugno. Chiunque può rileggerli e giudicare se la valutazione finale
sia stata giusta o no».
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