Dopo le proteste dei sindacati situazione
sbloccata alla fine di un vertice con Regione e manager Sanità, emergenza scongiurata Foglietta (An) assicura: «Nessun taglio per gli 800 precari»di MASSIMO CECI
Segnali di bonaccia sul
mare agitato della sanità ciociara. La tempesta scoppiata la settimana scorsa
sembra rientrata. Dalla Regione Lazio il presidente della commissione Sanità,
Alessandro Foglietta, manda segnali di pace: "Non licenzieremo nessuno, abbiamo
trovato un accordo con la Asl". La questione era esplosa il 14 giugno,
quando una delibera regionale aveva bloccato tutte le assunzioni nel settore
della sanità, sia a tempo indeterminato sia a termine. I sindacati avevano
reagito duramente: "Con una nota del responsabile del Dipartimento per la
Riabilitazione e la Disabilità, è stata disposta l'interruzione immediata delle
prenotazioni di fisioterapia, in considerazione dell'imminente termine degli
incarichi del personale a tempo determinato - accusava Giulio Rossi della Uil -
Con analogo provvedimento, il direttore sanitario dell'ospedale di Frosinone ha
disposto la revoca del mantenimento in servizio di quattro ausiliari precari,
che provocherà inevitabili disservizi nei reparti dove lo stesso personale era
impiegato (Medicina, Oculistica, sala operatoria e Pronto soccorso). Inoltre,
sono stati sospesi i conferimenti degli incarichi al personale infermieristico.
Entro agosto perderanno il posto 100 lavoratori; altri 500 entro la fine
dell'anno. Ad essere paralizzati saranno soprattutto i servizi essenziali come
il 118". Un incontro tenutosi venerdì a Roma tra i rappresentanti sindacali,
Foglietta, il governatore Storace, l'assessore regionale alla Sanità Vincenzo
Saraceni e i vertici della Asl sembra aver portato alla ratifica ufficiosa di un
nuovo concordato: per quest'anno le spese per il personale sanitario in
provincia saranno di 440 miliardi di lire, cinque in più dell'anno scorso.
Nessun taglio al personale, dunque: "Gli 800 precari della Ciociaria sono salvi
- assicura Rosa Roccatani della Ugl - Anzi, noi chiederemo che i dipendenti a
tempo determinato passino di ruolo, dando più qualità al servizio. Serve
immediatamente una pianta organica, siamo l'unica provincia del Lazio a non
averla. I soldi ci sono, bisogna solo eliminare gli sprechi che, a mio avviso,
derivano principalmente dalle reperibilità clientelari. Molti operatori sono
reperibili senza che ce ne sia affettivamente bisogno". Giulio Rossi della
Uil è più cauto: "Se fosse così sarebbe un successo. I 60 barellieri e i 4
ausiliari del capoluogo, i centinaia di infermieri precari della provincia
sarebbero salvi. I provvedimenti di riduzione e blocco dell'assistenza
ospedaliera assunti dai responsabili dei servizi in applicazione della delibera
regionale del 14 giugno dovrebbero essere revocati nei prossimi giorni. Staremo
a vedere».
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