AVEVA bisogno di una
carrozzella e di scarpe ortopediche
di MARINA MINGARELLI
«Così lei, Loreta Gasparro, una donna
disabile di 42 anni residente a Falvaterra, aveva presentato la relativa
domanda alla Asl. Ma ancora oggi, a distanza di ben sette mesi da quando è
stata avanzata, quella richiesta è rimasta inevasa. Il motivo? Un errore
nel codice regionale. Errore, beninteso, non imputabile alla portatrice di
handicap, ma a colui che aveva predisposto la pratica e formulato la
richiesta che doveva essere poi sottoposta al vaglio della commissione.
La mamma di Loreta, Assunta Andreasi, con santa pazienza, aveva
ricominciato nuovamente l’iter burocratico per ottenere la sospirata
carrozzella ortopedica per la figliola. Arriva nuovamente il giorno
della visita ed ecco un altro ostacolo. Il medico ortopedico non si
presenta, così non adempiendo al proprio ufficio. Lo specialista avrebbe
infatti dovuto effettuare una visita domiciliare. Va da sé che, anche in
questa occasione, la richiesta è stata vanificata. La donna, la cui
comprensibile ira è più che giustificata, si è allora rivolta all’avvocato
Giancarlo Corsetti per denunciare questo caso di malaburocrazia. Sua
figlia è disabile da tantissimi anni, da quando una gravissima malattia le
ha intaccato i muscoli degli arti impedendole di deambulare. Ma non è
finita qui. Tramite il suo legale difensore, ha presentato anche un
esposto ai carabinieri della stazione di Ceprano per denunciare una
situazione che ha del paradossale. Il codice regionale errato avrebbe
infatti bloccato la richiesta della visita ortopedica, quasi che l’errore
fosse imputabile alla denunciante. L’avvocato Corsetti ha ravvisato in
questa vicenda una violazione della dichiarazione dei diritti umani del
1948 ed ha chiesto il tempestivo intervento delle forze dell’ordine
affinché venga fatta luce su un caso che ritiene sia stato trattato con
evidente disumanità. |