Cronaca di Frosinone

24 luglio 2002
QUANDO si affrontano le questioni riguardanti la sanità bisogna bandire il campanilismo.

Le risorse professionali non possono essere trattate come mobili di ufficio. I balletti della politica e i trattori per strada non riusciranno mai a risolvere i problemi sanitari del territorio. L’utenza non deve essere quella di Cassino o di Pontecorvo ma del territorio, deve esserci un piano sanitario chiaro ed esplicito e deve essere bandito un semplice scambio di reparti.
Sono queste le quattro motivazioni alla base della presa di posizione dell’Associazione famiglie anziani e caregivers in merito agli ultimi tumultuosi avvenimenti riguardanti il trasferimento di Geriatria dall’ospedale di Cassino a Pontecorvo. Associazione che si mostra molto preoccupata, naturalmente. «Vista la situazione che si è venuta a creare a seguito delle decisioni delle autorità sanitarie dell’Asl – sostiene in un documento il presidente Francesco Di Giorgio – e dopo un approfondito dibattito con le varie componenti associative dell’AGeA, si rileva: i problemi sanitari, soprattutto dell’utenza più debole, sono troppo seri e delicati perché possano essere affrontati nell’ambito di logiche di puro campanilismo. I reparti ospedalieri, così come si sono formati e consolidati nel tempo, dovrebbero essere la risultante di professionalità, moduli organizzativi e quant’altro tali da non poter essere considerati alla stregua di mobili di ufficio che si spostano da una parte all’altra solo con provvedimenti burocratici. I cittadini del Cassinate, che nel silenzio e con difficoltà attendono da anni il conseguimento di obiettivi semplici (miglioramento qualitativo e quantitativo dell’offerta sanitaria, lotta agli sprechi, ecc...), sono purtroppo costretti a registrare i soliti balletti della politica a cui si aggiungono anche i trattori, da sempre ritenuti mezzi per il lavoro della terra e non di soluzione di problematiche sanitarie. Non deve esistere un’utenza esclusivamente di Cassino e di Pontecorvo ma deve affermarsi l’utenza dei cittadini del territorio e deve esistere un piano razionale organico e non un semplice scambio di reparti».
L’associazione «ribadisce con forza la necessità di un progetto serio che, valorizzando il patrimonio delle due strutture ospedaliere di Cassino e Pontecorvo, dia risposte concrete e definitive alla domanda crescente della popolazione cassinate». Quindi una posizione conciliante che non spogli l’ospedale di Cassino di una struttura efficiente e indispensabile e, nello stesso tempo, accresca le potenzialità di quello di Pontecorvo. Perciò il presidente dell’associazione Di Giorgio chiede all’Asl di «valorizzare al meglio le risorse umane e strumentali» e fa affidamento su «quelle forze politiche che non si sono fatte incantare dalle sirene del campanilismo e che lavorano per la soluzione concreta dei problemi».