Mobbing, uno sportello unico
all'Asl
Verrà istituito per applicare la
legge regionale sulle molestie nel lavoro
di SILVANO
CIOCIA
Sportello Unico per il personale sottoposto a
provvedimenti di mobbing. Sarà istituito all'Ausl di Frosinone dopo che
una legge regionale ne ha decretato la loro istituzione presso tutte le
Aziende sanitarie. I perseguitati nel lavoro dunque potrebbero aver
vinto una battaglia di quelle sicuramente determinanti visto che
l'istituto del mobbing spesso provoca disturbi a livello psicologico,
umiliazione, emarginazione e spirito di rivalsa da parte degli interessati
nei confronti di quei dirigenti rei di aver provocato lo stato delle cose.
Una persecuzione psicologica sostengono i colpiti ( solo a Roma quasi
90 casi accertati) tanto che anche l'intervento dei medici appare spesse
volte inconcludente per una patologia difficilmente curabile. Insomma
una legge contro gli abusi e comportamenti poco legittimi da parte dei
capouffici che ora dovranno adottare un comportamento sicuramente più
moderato al fine di non incorrere nelle maglie della legge regionale a
tutela dei lavoratori. Certo quello del mobbing è un fenomeno
sicuramente di questi ultimi anni e bene hanno fatto alla Pisana mettere
una «pezza» al dilagare del fenomeno che anche nel frusinate conta diversi
casi. Dunque con lo sportello in tutte le Ausl potrebbe finire la
lista dei lavoratori soggetti a mobbing, e ironia della sorte a questo
punto potrebbero essere proprio i dirigenti a farsi curare onde evitare
aggressioni verbali più o meno giuste, più o meno giustificate. Insomma
molestie e vessazioni sono sulla via dell'estinzione dopo la legge
regionale che tutela il lavoratore. Certo è che il problema mobbing si
sta verificando troppo spesso in questi ultimi tempi. L'ultimo caso è
accaduto in un stabilimento industriale ubicato alla estrema periferia
della città tanto che l'interessato vistosi danneggiato e considerato un «
soprappiù» ha deciso di investire il problema i giudici del tribunale
del Lavoro. Chi lavora deve essere retribuito secondo il suo apporto in
seno all'attività produttiva ha sentenziato recentemente un magistrato
invece da quello che si vede si vuol premiare chi non lavora. Ma non per
colpa sua.
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