La sanità è a rischio di
collasso
La denuncia del segretario della Cgil
Della Rosa che presenta una «mappa dei disservizi»
di SILVANO CIOCIA
OSPEDALI
in coma? Ospedali in difficoltà? Situazione al limite del collasso?
Sembrerebbe di sì alla luce del attacco sferrato alla gestione sanitaria
da segretario generale della Cgil Davide Della Rosa, in relazione alla
difficile situazione alla quale sono sottoposti gli utenti che devono
servirsi delle indispensabili strutture sanitarie dislocate sul
territorio di competenza della Asl di Frosinone. Con una dura nota
indirizzata al commissario straordinario dr Stalteri, all'assessore
Regionale alla sanità dr Saraceni ed ai sindaci dei comuni della provincia
di Frosinone, Della Rossa segnala ai responsabili tutta una serie di
disfunzioni e difficoltà a garantire i servizi sanitari essenziali. «E gli
eventi di queste ultime ore vanno ad aggiungersi - afferma Della Rosa - a
quelli più volte denunciati dalla Cgil e per i quali più volte abbiamo
chiesto interventi tempestivi nonchè di conoscere gli intendimenti del
Commissario straordinario per far fronte a tale emergenza». Questa, in
sintesi, la «mappa» delle disfunzioni segnalata dall'esponente sindacale:
1)blocco dei ricoveri presso la cardiologia di Anagni, sede di Utic,
per carenza di personale medico;
2) riduzione dei posti letto di medicina,
sempre Anagni per carenza di personale infermieristico;
3) rischio
chiusura della pediatria di Alatri, a causa della impossibilità di
garantire i turni di guardia, pur con lo spostamento dei pediatri di
Anagni;
4) rischio di chiusura di ostetricia di Anagni per carenza di
pediatri;
5) blocco dei ricoveri presso l'ortopedia di Pontecorvo con
sovraffollamento presso la Uo di Cassino e lunghi tempi di attesa per gli
interventi;
6) cronica carenza di personale presso la geriatria di
Cassino, con blocco delle ferie al personale;
7) riduzione da 60 a 40 dei
posti letto di medicina a Sora, con creazione di lista d'attesa
lunghissima;
8) dopo le 20 di sera i servizi afferenti all'emergenza (lab.
analisi, radiologia ecc) funzionano esclusivamente in pronta
disponibilità;
9) nella lungodegenza di Arpino e Isola Liri c'è un
infermiere per turno, senza personale ausiliario e senza medici, con seri
problemi per la qualità dell'assistenza.
«A fronte di tutto ciò - continua
Della Rosa - numerosi dirigenti vanno in ferie, lasciando spesso
situazioni ingestibili, al limite del collasso organizzativo». E così
mentre al personale assunto a tempo determinato non viene prorogato il
contratto (tra l'1 e il 14 agosto ne scadranno circa 200), mentre è
vigente il blocco delle nuove assunzioni dal 14 giugno (delibera della
Regione Lazio), mentre centinaia di lavoratori sono costretti a rinunciare
alle ferie, mentre si brancola nel buio rispetto all'approvazione
dell'Atto aziendale da parte della giunta regionale, si insinua sempre di
più il sospetto che l'enorme deficit accumulato dalla Regione Lazio venga
fatto pagare anche agli ignari utenti ciociari, riducendo i servizi
ospedalieri e territoriali. «Si ha l'impressione che il caos di questi
giorni - afferma ancora il segretario generale della Cgil - sia qualcosa
di pre-feriale e che ci si dovrà presto confrontare con scelte aziendali
di forte riduzione di servizi pubblici per fronteggiare il colossale
debito accumulato dalla Regione, fatto che ne ha ridotto di molto la
credibilità come ha confermato anche l'importante agenzia finanziaria
Moody's di Londra. «A nulla serve l'euforia del mondo politico
ciociaro per la decisione assunta di creare il Dea di primo livello a Sora
(emendando quel mucchio di carte inutili che è il Piano Sanitario
Regionale), se ogni giorno i problemi veri che bisogna affrontare sono
quelli appena descritti! «Dal canto suo la Cgil Funzione Pubblica di
Frosinone - conclude Della Rosa - farà la sua parte a tutela degli
operatori per il rispetto dei diritti contrattuali, a tutela del servizio
pubblico che certo va razionalizzato e reso più efficiente anche
attraverso l'accorpamento delle strutture, ma non consentirà che questo
venga confuso con la decisione di ridurre i servizi per ridurre la spesa,
favorendo in questo modo la piena vittoria del privato sul
pubblico».
|