IERI, su questa pagina, una storia di
usuale «malasanità»
Oggi un evento che, per fortuna, ci
riconcilia con il nostro traballante sistema sanitario. Soprattutto con la
vita. Ci scrive Anna, madre di un ragazzo di 18 anni, che sino al 18
maggio scorso è stato costretto a vivere attaccato ad una macchina per la
dialisi. «Da quel giorno - scrive appunto Anna - la vita è cambiata:
grazie ad un trapianto di rene mio figlio ha riavuto la vita. Tutto ciò è
stato possibile, grazie al gesto di una madre, a me sconosciuta, che ha
donato gli organi del figlio perso tragicamente in un incidente stradale.
Come madre - continua Anna - avendo sofferto per tanti anni, mi immedesimo
in questa donna coraggiosa afflitta dal dolore ed il mio pensiero e
profondo ringraziamento andranno sempre a lei. Il destino le è stato
purtroppo avverso, ma il suo amore di mamma è riuscito a trasformare la
morte in vita: quella delle persone che, come mio figlio, hanno avuto in
dono un suo organo. Grazie, grazie, grazie». Nella stessa lettera la
nostra signora Anna ha voluto altresì esprimere la profonda riconoscenza a
tutto il personale del reparto di dialisi dell'ospedale San Benedetto di
Alatri ed del reparto nefrologia e dialisi dell'ospedale Bambino Gesu di
Roma. «Grazie alla loro professionalità e dedizione - mio figlio è
riuscito a superare questa straziante malattia. Fatti come questo non
fanno notizia nella società di oggi, ma, forse, soltanto chi attraversa
così dure prove si rende consapevole che le nostre vite sono appese ad un
filo e l'unica speranza ci può essere data dalla solidarietà. Spero
soltanto - conclude la signora Anna - che la mia esperienza sia in grado
di far riflettere i lettori e possa essere di conforto e speranza a tutti
coloro che combattono contro una malattia. Anche io ho avuto momenti di
sconforto, nei quali tutto mi sembrava irrimediabilmente perso, ma la
fiducia nel prossimo e, soprattutto, il sostegno dall'apparato sanitario
mi hanno dato la forza di andare avanti ed approdare, finalmente, ad una
soluzione». Che aggiungere alle sin troppo esaurienti parole della
nostra signora Anna? Nulla, davvero, se non, appunto, l'ulteriore
sottolineatura rispetto ad un apparato sanitario che, nonostante
manchevolezze e carenze, talvolta riesce persino a... compiere il
miracolo.
|