Cronaca di Frosinone

17 agosto 2002
Questa sanità non può andare
Duro attacco delle segreterie generali Cgil, Cisl, Uil ai vertici della Ausl del capoluogo

di SILVANO CIOCIA

HANNO invocato l’intervento del Prefetto per le tante gravi emergenze nei vari presidi ospedalieri della provincia, ormai a livello di vero allarme.
Con un documento delle confederazioni sindacali firmato dai rispettivi segretari generali della Cgil, Benedetto Mollica, Cisl, Romano Fratarcangeli e Uil, Domenico Fracasso, è stato chiesto – si diceva – al Prefetto di Frosinone un intervento straordinario al fine di «contribuire a riportare la situazione alla normalità ed imprimere un cambiamento di marcia su un terreno importante e primario come quello del diritto alla salute».
E proprio perché fortemente preoccupati della situazione in cui versano le maggiori strutture ospedaliere frusinati, nei giorni scorsi, gli stessi responsabili sindacali Mollica, Fratarcangeli e Fracasso avevano inoltrato al commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Frosinone Domenico Stalteri una richiesta tendente ad ottenere un urgentissimo incontro «allo scopo di affrontare e risolvere le situazioni di particolare emergenza createsi nei presidi ospedalieri di Ceccano ed Anagni».
Insomma, un attacco in piena regola alla politica del neo commissario straordinario, reo, secondo i sindacati, di non preoccuparsi più di tanto della difficile situazione in cui versa la sanità locale.
Alcuni esempi. Per le richieste di prestazioni specialistiche, gli accertamento vengono fissati spesse volte a distanza di mesi (vedi mammografia). Ancora. Le liste di attesa stanno diventando di una lunghezza paurosa, gli ospedali scoppiano per mancanza di personale infermieristico e ausiliario, diversi reparti hanno addirittura sospeso i ricoveri altri accorpano le divisioni perché sprovvisti di personale.
Un grido di allarme bello e buono nei confronti del quale lasciare andare le cose cosi o anche ritardare gli interventi ,potrebbe rasentare anche un comportamento discutibile sotto altri aspetti, atteso che ad alzare la voce sono soprattutto i disperati ed inascoltati utenti alle prese con disfunzioni, ritardi, trascuratezza.
Al tal proposito abbiamo sollecitato e raccolto una dichiarazione del Segretario Generale della Cisl Romano Fratarcangeli.
«I servizi sanitari – afferma l’esponente della Cisl – non possono e non devono andare in ferie; sembra però che questo non valga per la nostra provincia, stanti i numerosi disservizi che giornalmente vengono denunciati dai rappresentanti delle OO.SS. di varie strutture ospedaliere, dagli amministratori locali, da rappresentanti politici e anche da semplici cittadini.
«Le situazioni di maggiore criticità – aggiunge – si registrano nei presidi ospedalieri di Ceccano e Anagni, ove sono stati sospesi servizi e prestazioni importanti per i cittadini che, ovviamente, sono costretti a rivolgersi a queste strutture. Rasenta l’assurdo la situazione dell’ospedale di Ceccano giunto paradossalmente ad un vero e proprio stato "comatoso", dopo che, per questa struttura, sono stati spesi oltre sei milioni di euro per lavori di ristrutturazione e ammodernamento. La situazione – prosegue Fratarcangeli – non si presenta migliore all’ospedale di Anagni con il blocco dei ricoveri delle donne in procinto di mettere al mondo una nuova vita. Ma la cosa più incredibile a cui stiamo assistendo è l’improvvisazione, l’assenza di programmazione, di un’azione preventiva contro l’insorgere di possibili carenze e disfunzioni. Questo quadro di confusione e di inefficienze — conclude il segretario Cisl – chiama in causa pesantemente la responsabilità dei vertici della Ausl, i quali appaiono inadeguati, smarriti, forse incapaci rispetto al delicato compito a loro assegnato. Pertanto, al danno, è proprio il caso di dire, si aggiunge la beffa, considerato anche il silenzio tombale in cui si è piombati in questi giorni».