Questa sanità non può
andare
Duro attacco delle segreterie
generali Cgil, Cisl, Uil ai vertici della Ausl del capoluogo
di SILVANO CIOCIA
HANNO
invocato l’intervento del Prefetto per le tante gravi emergenze nei vari
presidi ospedalieri della provincia, ormai a livello di vero allarme.
Con un documento delle confederazioni sindacali firmato dai rispettivi
segretari generali della Cgil, Benedetto Mollica, Cisl, Romano
Fratarcangeli e Uil, Domenico Fracasso, è stato chiesto – si diceva – al
Prefetto di Frosinone un intervento straordinario al fine di «contribuire
a riportare la situazione alla normalità ed imprimere un cambiamento di
marcia su un terreno importante e primario come quello del diritto alla
salute». E proprio perché fortemente preoccupati della situazione in
cui versano le maggiori strutture ospedaliere frusinati, nei giorni
scorsi, gli stessi responsabili sindacali Mollica, Fratarcangeli e
Fracasso avevano inoltrato al commissario straordinario dell’Azienda
sanitaria di Frosinone Domenico Stalteri una richiesta tendente ad
ottenere un urgentissimo incontro «allo scopo di affrontare e risolvere le
situazioni di particolare emergenza createsi nei presidi ospedalieri di
Ceccano ed Anagni». Insomma, un attacco in piena regola alla politica
del neo commissario straordinario, reo, secondo i sindacati, di non
preoccuparsi più di tanto della difficile situazione in cui versa la
sanità locale. Alcuni esempi. Per le richieste di prestazioni
specialistiche, gli accertamento vengono fissati spesse volte a distanza
di mesi (vedi mammografia). Ancora. Le liste di attesa stanno diventando
di una lunghezza paurosa, gli ospedali scoppiano per mancanza di personale
infermieristico e ausiliario, diversi reparti hanno addirittura sospeso i
ricoveri altri accorpano le divisioni perché sprovvisti di personale.
Un grido di allarme bello e buono nei confronti del quale lasciare
andare le cose cosi o anche ritardare gli interventi ,potrebbe rasentare
anche un comportamento discutibile sotto altri aspetti, atteso che ad
alzare la voce sono soprattutto i disperati ed inascoltati utenti alle
prese con disfunzioni, ritardi, trascuratezza. Al tal proposito
abbiamo sollecitato e raccolto una dichiarazione del Segretario Generale
della Cisl Romano Fratarcangeli. «I servizi sanitari – afferma
l’esponente della Cisl – non possono e non devono andare in ferie; sembra
però che questo non valga per la nostra provincia, stanti i numerosi
disservizi che giornalmente vengono denunciati dai rappresentanti delle
OO.SS. di varie strutture ospedaliere, dagli amministratori locali, da
rappresentanti politici e anche da semplici cittadini. «Le situazioni
di maggiore criticità – aggiunge – si registrano nei presidi ospedalieri
di Ceccano e Anagni, ove sono stati sospesi servizi e prestazioni
importanti per i cittadini che, ovviamente, sono costretti a rivolgersi a
queste strutture. Rasenta l’assurdo la situazione dell’ospedale di Ceccano
giunto paradossalmente ad un vero e proprio stato "comatoso", dopo che,
per questa struttura, sono stati spesi oltre sei milioni di euro per
lavori di ristrutturazione e ammodernamento. La situazione – prosegue
Fratarcangeli – non si presenta migliore all’ospedale di Anagni con il
blocco dei ricoveri delle donne in procinto di mettere al mondo una nuova
vita. Ma la cosa più incredibile a cui stiamo assistendo è
l’improvvisazione, l’assenza di programmazione, di un’azione preventiva
contro l’insorgere di possibili carenze e disfunzioni. Questo quadro di
confusione e di inefficienze — conclude il segretario Cisl – chiama in
causa pesantemente la responsabilità dei vertici della Ausl, i quali
appaiono inadeguati, smarriti, forse incapaci rispetto al delicato compito
a loro assegnato. Pertanto, al danno, è proprio il caso di dire, si
aggiunge la beffa, considerato anche il silenzio tombale in cui si è
piombati in questi giorni».
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