I fondi stanziati dalla Regione riescono
a soddisfare solo una richiesta su quattro. La Asl: «Casse vuote, stiamo
anticipando noi» Malati per caso: pochi soldi
per gli indennizzi In 363 hanno contratto
infezioni dopo trasfusioni e vaccini, ora chiedono il risarcimentodi DIANA ISABELLI
Ancora malasanità in
Ciociaria. Sono 363 i malati della Provincia di Frosinone che hanno chiesto di
essere indennizzati per aver contratto infezioni croniche (come epatiti, aids,
poliomelite) a causa di trasfusioni o vaccinazioni, gran parte delle quali
effettuate negli ospedali ciociari. Corrispondono a circa il 30% delle
richieste avanzate in tutta la regione Lazio, ma rappresentano solo una parte
delle persone contagiate. Finora infatti in pochi sapevano che una legge (la
numero 210 del 1992) riconosce loro il diritto all'indennizzo economico. «Le
Asl non hanno mai informato i cittadini né della possibilità di ottenere un
indennizzo, né delle precauzioni da prendere per ridurre il rischio di contrarre
infezioni, che, se pur diminuito, ancora c'è - afferma Teresa Tosi, presidente
de "I Delfini", la neo associazione nazionale no-profit per l'assistenza
medico-legale e sociale dei contagiati. Il nostro obiettivo - continua Teresa
Tosi - è anche tutelare il resto della popolazione tramite attività di
prevenzione ed informazione. Ad esempio, molti genitori non sanno che prima di
sottoporre il proprio bambino alle vaccinazioni, obbligatorie e non, sono
indispensabili determinati esami del sangue per verificare lo stato delle difese
immunitarie; oppure che non bisogna vaccinarli se non sono trascorsi almeno 20
giorni da una eventuale cura antibiotica». In Ciociaria sono già 50 gli
iscritti all'associazione "I Delfini", lo conferma il responsabile della sezione
di Frosinone, Mario Leonetti: «E' un buon risultato, considerando che
l'associazione è nata quest'anno. Comunque molti altri malati stanno per
iscriversi: solo ora sono venuti a conoscenza della legge per ottenere un
risarcimento». L'indennizzo previsto dalla 210 varia in funzione della
gravità della malattia (valutata dalla commissione medico ospedaliera di Roma) e
spetta solo a chi ne fa richiesta entro tre anni (o dieci nei casi di infezioni
da Hiv) dal momento in cui si è venuti a conoscenza della malattia. Inoltre è
cumulabile con ogni altro emolumento e viene rivalutato annualmente, sulla base
del tasso di inflazione programmato. I benefici spettano anche al coniuge (e al
figlio) che risulti contagiato. Intanto la Asl di Frosinone ha avviato, dal
18 febbraio 2002, i pagamenti degli indennizzi. Duecento malati stanno
percependo un assegno bimestrale, che mediamente si aggira intorno ai 1100 euro.
Per ora, però, la regione Lazio ha stanziato solo € 396.715 (780 milioni di
lire), sufficienti a soddisfare il 25% del fabbisogno annuale. «Stiamo
anticipando noi i soldi necessari - spiega Paolo Belmonte della ragioneria Asl -
occorrono almeno € 1.550.000 (3 miliardi di lire). Stiamo pagando anche gli
arretrati, fino al 31 dicembre 2001, e cinque assegni "una tantum" (di € 77.500
ciascuno) che vanno agli eredi dei malati deceduti».
|