ALL’OSPEDALE DI ALATRI
Ginecologia, interventi
all’avanguardia Sanguinamento mestruale
eccessivo: non serve più asportare l’uterodi MASSIMO CECI
L’ospedale “San Benedetto"
di Alatri è l’unico in provincia ad effettuare l’intervento di ablazione
endometriale con il palloncino. In sostanza, serve ad eliminare un sanguinamento
mestruale che dura troppo a lungo o è troppo abbondante o troppo frequente.
Il sanguinamento è molto frequente negli anni che precedono la menopausa e
può comportare una forma di anemia con conseguente spossatezza. L’intervento
chirurgico classico per eliminare l’eccessivo sanguinamento era l’isterectomia,
cioè l’asportazione dell’utero. Ora con l’ablazione effettuata ad Alatri,
invece, si asporta solo la mucosa interna all’utero (l’endometrio, che si
rigenera), lasciando l’utero al suo posto. Ad Alatri e in altri 30 ospedali in
Italia, si utilizza una tecnica innovativa: si introduce nell’utero una cannula
che reca in cima un palloncino di 4 millimetri. Nel palloncino c’è un liquido
che viene riscaldato a 87 gradi per otto minuti, distruggendo così la mucosa
dell’utero ed eliminando il fenomeno del sanguinamento. «Ad Alatri abbiamo
eseguito finora diverse decine di questi interventi - spiega il primario della
Divisione di Ostetricia e Ginecologia, Francesco Tomaselli, titolare di “Tecnica
chirurgica ginecologica" e “Ginecologia oncologica" presso la seconda Scuola di
specializzazione in Ostetricia e Ginecologia dell’Università “La Sapienza" di
Roma - Garantiscono un notevole risparmio economico, perché la degenza è di un
solo giorno rispetto ai 7-10 dell’isterectomia, e un minore dolore per il
paziente, in quanto evita cicatrici addominali». La percentuale di successi
è del 93% circa. Un intervento, quello messo a punto dall’equipe di Tomaselli,
dai rischi inesistenti. Le mestruazioni successive all’ablazione sono normali,
perché la mucosa dell’endometrio si rigenera. Il paziente viene addormentato con
una semplice anestesia locale, così che può essere operato in day-hospital,
senza ricovero. A beneficiarne sono soprattutto le donne che, per problemi di
salute, non possono tollerare anestesie prolungate o maggiormente incisive.
Nel Lazio, oltre ad Alatri, gli altri centri sono a Fondi, Roma e Latina.
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