Cronaca di Frosinone

1° settembre 2002
NEL nord Italia si stanno accapigliando per due ospedali che si trovano ...

di LUCA SERGIO

... a venti chilometri l’uno dall’altro, che la Regione vuole ridurre a uno. Qui, da noi, si ripetono a tempi cadenzati delle non simpatiche baruffe su strutture che sono distanti addirittura sette-otto. Una cosa incredibile, ma che dà l’esatta idea delle grandi competenze (tutti parlano e straparlano di sanità) per dimostrare l’indifendibile.
Come si fa a chiedere di mantenere ancora in piedi strutture costose, tecnologicamente arretrate e che, all’atto pratico, i cittadini cosiddetti utenti hanno già dimostrato che non servono a niente? Tanto è vero che sempre più spesso si dirigono verso ospedali più grandi, dove le professionalità sono più diffuse (se non altro per l’attività svolta quotidianamente). Anche nella sanità, vuoi o non vuoi, c’è un mercato e a condizionarlo sono i malati che (come è giusto che sia) scelgono luoghi e operatori di fiducia. Da noi, invece, si parla e si straparla e perciò non si costruisce niente di positivo per la comunità. Dovrebbero essere in prima fila tanti amministratori per far comprendere agli scettici che l’insufficienza delle risorse e il progresso tecnologico impongono la rivisitazione della vecchia impostazione ospedalocentrica, cioè l’assistenza totalmente concentrata sull’ospedale. Da tempo ormai, e di più negli anni prossimi, sarà necessaria una rete di servizi essenziali (a cominciare dall’emergenza e per finire all’assistenza domiciliare e per le malattie più gravi che si vanno diffondendo) considerato che aumenta la popolazione anziana. Insomma, meno costi eliminando gli sprechi per impiegare le risorse in strutture specialistiche efficienti. Cosa di cui la nostra provincia avrebbe dovuto dotarsi già da tempo e, invece, si è fatto soltanto demagogia. Risultato? Appena è possibile si va altrove.
Perciò facciamo sì che la discussione, che già si è aperta, sulla «rivisitazione» dei posti-letto ospedalieri non ripeta slogan campanilistici stantii ma diventi l’occasione per specializzare e riqualificare l’assistenza. Siamo già in ritardo e recuperare non è semplice. Un ruolo importantissimo per i tecnici ma, soprattutto, per la politica locale che deve e non può ancora deludere aspettative ed esigenze sacrosante. E, per favore, bando alla demagogia e alle solite divisioni.