La
buona sanità abita ad Alatri
Commento molto positivo del
primo cittadino Giuseppe Morini
Una signora riminese ringrazia
i medici del reparto ortopedico per il trattamento
ricevuto
di PIETRO
ANTONUCCI
ALATRI - In tempi come questi,
nei quali si parla di sanità più a livello politico che
altro, non può far che piacere raccontare un episodio
quale quello che ha visto protagonista la signora Rosina
Cenciarelli, ricoverata per diversi giorni, dal 22
agosto al 2 settembre scorsi, presso l'ospedale «San
Benedetto». Un fatto che ci parla della «buona» ed
attenta sanità, quella che, spesso, non fa notizia, al
contrario delle disfunzioni e dei problemi, riportati
molte volte anche sulle colonne di questo giornale.
La signora in questione, residente a Bellaria
(Rimini), è stata in vacanza, durante quest'estate, in
casa della nipote a Paliano, dove purtroppo è
improvvisamente caduta, riportando la frattura del
femore. In seguito a questo incidente, la donna è
stata trasportata dapprima presso l'ospedale di Anagni
e, subito dopo, nel nosocomio alatrense, meglio
attrezzato per curare casi del genere. Qui, i medici
ed i paramedici del reparto Ortopedia hanno curato la
Cenciarelli in maniera talmente professionale ed
ottimale da indurla a ringraziare pubblicamente «Tutto
il personale che mi ha assistito in maniera davvero
eccezionale, tenendo in debito conto la mia invalidità e
restituendomi la funzionalità dell'arto senza neppure
bisogno di operarmi! Per questo voglio dir loro grazie,
affinché tutti sappiano ed apprezzino le loro capacità».
Particolare importante: la signora è testimone di
Geova ed i medici hanno rispettato con sensibilità,
attenti pure in questo, le prescrizioni imposte da
quella fede in materia di cure sanitarie. L'episodio
è stato commentato positivamente dal sindaco Giuseppe
Morini che, tramite l'ufficio stampa comunale, ha
diffuso la notizia stessa: «La vicenda - ha dichiarato
il primo cittadino di Alatri - mi riempie di enorme
soddisfazione, dimostrando ancora una volta di più,
qualora ce ne fosse bisogno, la professionalità,
l'efficienza e le elevate capacità, oltre allo spirito
di abnegazione, del personale che lavora nel nostro
ospedale. Il fatto accaduto ed il pubblico
ringraziamento, quindi, dovrebbero suonare come un
severo monito per quanti, alla Asl di Frosinone e alla
Regione Lazio, si occupano di sanità, i quali, lungi dal
potenziare il "San Benedetto" come avevano promesso, lo
stanno progressivamente impoverendo. In sostanza,
dobbiamo difendere con le unghie il nostro ospedale e,
con esso, tutta la sanità pubblica».
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