Cronaca di Frosinone

12 settembre 2002
PONTECORVO
Il «Del Prete» aspetta il TarRichiesta la sospensiva per i provvedimenti adottati dall’Asl

PONTECORVO — Il Tar del Lazio, sezione di Latina, si pronuncerà nei prossimi giorni in merito alla richiesta di sospensione dei provvedimenti dell’Asl di Frosinone, con i quali sono stati disposti la disattivazione ed il trasferimento provvisorio dei reparti di ostetricia e ginecologia dall'ospedale di Pontecorvo a quello di Cassino ed il blocco temporaneo dell'attività della unità operativa di ortopedia e traumatologia dell'ospedale di Pontecorvo. A presentare il ricorso alla giustizia amministrativa, che apre un altro capitolo del lungo contenzioso in atto per la riorganizzazione del sistema sanitario nel sud della provincia, è stato il sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia, tramite il suo legale di fiducia avv. Michele Nardone. Numerosi i presupposti evidenziati dal legale che giustificano il provvedimento cautelare di sospensione dei provvedimento dell'Asl.
«Innanzitutto l'aggravamento delle condizioni di erogazione dei servizi sanitari già prestati dai reparti di Ortopedia e Traumatologia e di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Pontecorvo con necessità, per gli oltre 100.000 utenti del nosocomio di rivolgersi a quello di Cassino distante oltre 20 Km da Pontecorvo – ha evidenziato l'avv. Nardone – un aggravamento del rischio per le prestazioni sanitarie urgenti, per le quali il tempo necessario per coprire tale ulteriore distanza potrebbe rivelarsi fatale (si pensi ad esempio alle gravidanze che potrebbero concludersi prima dell'arrivo al presidio ospedaliero di Cassino o caratterizzate da gravi complicanze e per le quali il ritardo nella prestazione delle cure potrebbe rivelarsi fatale). Sotto tale profilo tale rischio sussiste anche per la traumatologia d'urgenza in ragione dei frequenti e gravi incidenti stradali che si verificano nel tratto dalla A1 servito dal casello di Pontecorvo; il pericolo che l'aumento delle prestazioni richieste dall'ospedale di Cassino, già alle prese con una cronica carenza di locali ed un noto sovraccarico della sala operatoria, determini un peggioramento degli standards qualitativi di erogazione del servizio».