Cronaca di Frosinone

21 settembre 2002
Che fine farà ortopedia?
Nessuna notizia confortante. E l’Asl continua a non intervenire
PONTECORVO Il reparto dell’ospedale «Del Prete» resta ancora bloccato

di UMBERTO PAPPALARDO

PONTECORVO — Il blocco temporaneo dell’attività dell’unità operativa di ortopedia del «P. Del Prete», con il mantenimento dell’attività ambulatoriale e di sala gessi, continua. Ma gli addetti ai lavori prevedono una rapida chiusura del reparto, se il commissario dell’Asl Domenico Stalteri non dovesse correre al più presto ai ripari. Anzitutto, la riduzione dell’attività del reparto, strategico rispetto a molti servizi erogati, provoca la fuga degli utenti dal nosocomio. Di conseguenza l’autorevolezza del presidio ne risente, perdendo la credibilità conquistata in tanti anni. È un modo mascherato per smantellare il nosocomio cittadino. Una volta che gli utenti si rivolgono a un altro presidio, il gioco è fatto: la struttura viene chiusa per mancanza di pazienti. Questo criterio è stato adottato per pediatria. Insomma, per non ripianare le perdite, si chiudono i reparti. Da un punto di vista contabile, è una saggia decisione. Ma si dovrebbe risalire alla causa, che ha affossato la struttura sanitaria. Stranamente vengono chiusi i reparti, ma non cade mai nessuna testa. Anzi, i responsabili di queste chiusure «forzate», con spostamenti in altri presidi, vengono anche premiati.
Il Tribunale del malato e il «Centro per i diritti del cittadino» si sono rivolti al commissario Stalteri per conoscere le ragioni vere che hanno ridotto l’attività di ortopedia. Le notizie, che si riferivano al periodo estivo, fornite dal dott. Paolo Fanelli, sono note. La carenza di dirigenti medici ha costretto il primario a dare un diverso «assetto all’unità operativa di ortopedia». Il territorio della provincia è stato diviso in tre zone: una a nord (presidio di Alatri-Anagni), una al centro (presidio di Frosinone) e una a sud (presidi Sora-Cassino). Trascorso il periodo estivo, si dovrà assicurare un nuovo assetto all’unità operativa di ortopedia e traumatologia, tenendo conto dell’approvazione del piano sanitario regionale. Un dato sta emergendo dai continui spostamenti di reparti: la razionalizzazione degli ospedali è subordinata ai «comodi» del primario di turno. Sono le esigenze della corporazione che hanno la preminenza. Le necessità dei malati sono completamente ignorate.