SVILUPPO Il leader della Cisl: «La Consulta? Un organismo creato solamente per
la spartizione di incarichi e presidenze»
Un’ora e mezza di affannosa discussione. Un’ora e mezzo di confronto serrato
per scoprire... che l’economia ciociara non decolla. Che il lavoro non c’è e che
lo sviluppo langue. Ma per la Consulta delle Associazioni (cui aderiscono Unione
Industriale, Federlazio, Cna, Coldiretti, Lega delle Coop e Confesercenti)
questi temi richiedono "ulteriori approfondimenti" tant’è che su iniziativa del
presidente della Confesercenti, Tito Di Vito, si è riunita per riprendere un
discorso già avviato a luglio. «Al termine - spiega Di Vito - abbiamo deciso di
fissare degli incontri per individuare le priorità: entro ottobre vedremo il
presidente della Camera di Commercio, a novembre la Provincia e poi il
presidente di Ciociaria Sviluppo». «Ma noi, attraverso il Comitato di
Sviluppo - intervengono il presidente della Provincia, Francesco Scalia e
l’assessore Antonello Antonellis - ci stiamo già muovendo per le infrastrutture
(30 milioni di euro) previste in Agenda 2.000 e che interessano l’80% dei Comuni
Ciociari. Se poi alla Consulta fa piacere riunirsi...» Presidente Scalia, ma
serve davvero questa Consulta? «La prego, non me lo faccia dire...» «La
verità - riferisce uno dei partecipanti all’incontro della Consulta - è che alla
fine i problemi della Ciociaria sono passati in secondo piano. Tra un
pettegolezzo e l’altro, invece, il vero tema dominante è stato il super
attivismo della Camera di Commercio e del suo presidente». E pensare che
proprio nella giunta camerale ogni categoria è adeguatamente rappresentata.
«Purtroppo si ripete un copione già vissuto - aggiunge uno dei membri della
Consulta - interessa molto di più la visibilità. Dominano la gelosia e la
strategia per superare l’ente "rivale"». E lo sviluppo? Parole. Solo parole.
E il leader della Cisl, Romano Fratarcangeli, rincara: «Questa Consulta non
ha mai partorito alcunché, ad eccezione delle designazioni per garantirsi
gettoni, incarichi e presidenze. Sui veri mali della Ciociaria non ho mai visto,
da loro, una indicazione, una proposta, un’idea». «E pensare - commenta un altro
sindacalista - che proprio questa classe dirigente dovrebbe rappresentare gli
imprenditori ciociari; da questa classe dirigente dovrebbero nascere iniziative
e proposte. E invece, non riesce a rappresentare neppure sé stessa».
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