DOPO LE 13 MORTI RC ACCUSA
«Amianto, indaghi la Regione»
Il maxi sequestro della Guardia di Finanza , che ha posto i sigilli a una
vasta area della zona industriale di Frosinone ( circa 86 mila metri quadrati
scoperti, più altri 9 mila metri quadrati coperti) dove è stato trovato amianto
abbandonato, ha fatto gridare allo scandalo presso la Regione. E mentre sono
stati posti i sigilli alla Cemamit e alla Italfornaci di Ferentino, il
consigliere regionale Romolo Rea (Rifondazione) accusa: «Solo l’intervento della
magistratura è riuscito a sollevare la questione "amianto", contro il silenzio
colpevole della giunta regionale. Dopo le ripetute denunce di Rifondazione,
partite due anni fa, solo oggi si è capita la gravità della situazione». E il
riferimento è alla morte di 13 operai della Cemamit morti per cancro ai polmoni.
Il forte sospetto è che l’amianto sia all’origine di questi 13 drammi umani. «Di
fronte a decine di morti a causa dell’amianto - prosegue Romolo Rea - la Giunta
regionale ha mostrato grande indifferenza». Da qui la richiesta di Romolo Rea di
avviare immediatamente un’indagine sullo stato del territorio dell'intera
provincia di Frosinone. Inoltre Rifondazione chiede lo stanziamento di fondi
straordinari per la bonifica dei siti inquinati. Sul piano provinciale, invece,
tutti i partiti hanno chiesto la convocazione urgente di un consiglio
straordinario per discutere del pericolo amianto in provincia di Frosinone. In
particolare, poi, Romolo Rea chiede sia alla Provincia che al Comune di
Ferentino di asumere iniziative di costituzione civile e penale quali parti lese
per disastro ambientale nonchè di sostenere, sia legalmente che
finanziariamente, tutti i lavoratori dell’ex Cemamit coinvolti in vertenze per
il riconoscimento della malattia professionale. Intanto la Guardia di
Finanza sta continuando le indagini per scoprire altre fabbriche che hanno
utilizzato lastre all'amianto o che hanno interrato rifiuti tossici. Per
omicidio colposo e per violazione delle leggi sull'ambiente sono indagati dalla
procura della i titolari della Cemamit e il responsabile dell'Italfornaci.
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