I SINDACATI: IL MANAGER CI SNOBBA
Guerra ai tagli della Asl
La Cgil passa dalle parole ai fatti: lunedì prossimo inizia la mobilitazione
contro i tagli alla Sanità, come la intende il commissario Asl Domenico
Stalteri. Una "giornata in difesa della Sanità pubblica" sarà difatti lo slogan
dei presidi organizzati davanti agli ospedali di Frosinone, Alatri, Anagni,
Sora, Cassino e Pontecorvo. Presidi in cui saranno distribuiti dei volantini e
in cui si pubblicizzerà anche lo sciopero generale del 18. «La sanità è allo
sbando - accusa Davide Della Rosa, segretario della funzione pubblica della Cgil
- Il commissario Stalteri non ci convoca neppure. Qui non si fa altro che
parlare di tagli, ma in cambio non si concede nulla: con il precedente manager
Asl, Carmine Cavallotti, avevamo stilato un piano dei reparti che andavano
potenziati o creati. Ad esempio Neurotraumatologia. Possibile che una provincia
in cui corrono 100 chilometri di autostrada non ci sia un centro dove curare i
feriti degli incidenti? Feriti che vengono portati a Roma in elicottero o in
ambulanza e spesso non ce la fanno. Stesso discorso per Chirurgia Toracica. E
poi manca un centro di Chirurgia Oncologica e l’Ospis, il centro per i malati
terminali. Questo reparto attualmente è nulla più che una stanza con un medico e
un infermiere. Reparto fondamentale perchè vi si dovrebbe praticare la terapia
per alleviare il dolore ai malati terminali, che che oggi soffrono in casa. La
creazione di questi reparti avrebbe portato, oltre ad un miglioramento della
sanità, alla creazione di 913 posti di lavoro». Invece si parla solo di tagli.
Di quei 3.500 posti letto che spariranno o saranno convertiti, nel Lazio. Ai 137
che riguardano la provincia. «La regione - prosegue Della Rosa - ha oltre 1.800
miliardi di buco nel capitolo Sanità. La Finaziaria riduce del 3% i soldi per il
sistema sanitario nazionale. Noi non ci stiamo. Pensi che l’unità Coronarica di
cardiologia a Frosinone era un fiore all’occhiello. Nel periodo estivo non è
stata chiusa per poco. Ora ha un infermiere ogni sei pazienti, quando ce ne
vorrebbero due a malato. E poi c’è lo scandalo dei medici sulle ambulanze:
Alcuni "118" ce l’hanno altri no».
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