PONTECORVO «Reparti trasferiti? Colpa del sindaco» Ospedale, la minoranza attacca: «E’ la prova che Roscia non ha
peso politico»di BERNARDINO PULCINI
Non gliene va bene
una all'ospedale di Pontecorvo. E' di pochi giorni la notizia che il Tar del
Lazio ha respinto il ricorso del sindaco Riccardo Roscia sulla richiesta di
sospensione del trasferimento dei reparti di Ortopedia e Ginecologia a Cassino.
Tutti remano contro: il ministro Sirchia che dichiara ai "Fatti Vostri" che si
tratta di un piccolo ospedale, quando a Pontecorvo ci sono due complessi
ospedalieri con strutture fra le più grandi della Regione: il commissario
straordinario dell'Asl Stalteri che sospende il trasferimento di Geriatria da
Cassino; strutture usate, come la Tac, che, invece di essere rottamate, vengono
inviate all'ospedale di Pontecorvo. «La gente qui - sostiene il consigliere
comunale di opposizione Eleuterio Moretta - ha sempre trovato un'accoglienza
puntuale ed umana. Depotenziare una struttura a vantaggio di un'altra significa
non conoscere la realtà del territorio del polo D (Cassino-Pontecorvo) che conta
140 mila abitanti. Togliere a Pontecorvo e dare a Cassino o viceversa, come si
sta facendo da qualche anno, è la peggiore politica sanitaria possibile e sta
peggiorando la situazione». Durissima la consigliera DS Patrizia Danella.
«Roscia ha dimostrato ancora una volta - scandisce - di essere politicamente
inconcludente. Demandare alla giustizia amministrativa o penale decisioni e
azioni politiche sono la prova che, oltre ad essere politicamente incapace,
dimostra di non avere alcun peso politico né avere referenti a livello regionale
e nazionale, fermo restando che la sentenza del Tar è libera e indipendente
espressione della magistratura amministrativa». L'assessore alla santità, Angelo
Reccia, non si arrende. «Noi entreremo nel merito dei problemi del nostro
ospedale - afferma - e proseguiremo l'azione legale con l'obiettivo di
ripristinare i servizi che ci sono stati tolti». Molto deciso il sindaco
Riccardo Roscia. «C'è stato un piano sanitario provinciale ed un accordo
politico fra Pontecorvo e Cassino che vanno rispettati. Cassino deve capire che
non possiamo farci guerra tra poveri. Depotenziare Pontecorvo significa
indebolire la stessa Cassino».
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