Ospedale, rivolgersi
altrove
Futuro del «Pasquale Del
Prete»: scetticismo per la trovata
televisiva
PONTECORVO Ieri mattina
diretta televisiva con la trasmissione «I fatti vostri»
su Rai 2
di UMBERTO
PAPPALARDO
PONTECORVO — Qualche minuto in
diretta televisiva su Rai 2 per parlare dei problemi
dell’ospedale. Grazie alla trasmissione televisiva
«I fatti vostri» il consigliere dell’Udc Eleuterio
Moretta ha avuto l’opportunità di fare una diagnosi
precisa sul «P. Del Prete»: smantellarlo sarebbe
antieconomico. Il consigliere Moretta, rispondendo a una
domanda rivolta dall’intervistatore, ha chiarito che «i
motivi per difendere l’integrità del "P. Del Prete" sono
diversi. Anzitutto l’ospedale – ha sostenuto Moretta – è
posto a una distanza di pochi chilometri dall’uscita del
casello autostradale, che costituisce lo sbocco per
l’Abruzzo e per Formia. Inoltre, i servizi che eroga ai
centoquarantamila assistiti sono di buona fattura. Ma il
dato più rilevante è che i posti letto rientrano nel
numero indicato dalla finanziaria, cioè rispecchiano lo
standard nazionale». Anche l’assessore alla salute
Angelo Reccia ha ribadito e rafforzato i concetti
espressi da Moretta. Il sindaco Roscia ha sottolineato
che «costringere i nostri malati a raggiungere altri
presidi sanitari, significa mettere a rischio la vita
dei nostri malati, senza considerare che costringere i
malati a emigrare oltre regione per curarsi è
un’operazione antieconomica sia per il paziente che per
l’Azienda. Colgo l’occasione per avvertire che, se non
saranno riconosciute le nostre ragioni, ricorreremo a
manifestazioni più eclatanti». I cittadini, che
hanno seguito il collegamento televisivo, sono scettici
sull’utilità di questa iniziativa. «Il nostro
interlocutore – spiega un cittadino – deve essere
l’assessore regionale alla salute. Manifestare il nostro
malcontento al ministro Sirchia è una perdita di tempo,
giacché non ha alcun potere di "guarigione". Tanti
accorrono al capezzale del "P. Del Prete", ma nessuno
finora ha fatto alcunché. Non siamo liberi neanche di
ammalarci. Noi non vogliamo la luna: vogliamo quattro
reparti che funzionino perfettamente. Il resto lo diano
pure a Cassino: ha fatto sempre la parte del leone. Ma
per l’ospedale lotteremo fino all’ultima goccia di
sangue».
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