SI
è tenuta ieri l’udienza presso il giudice del lavoro per
la maxi-vertenza dei dipendenti Asl che reclamano
...
... gli arretrati del servizio
mensa non fruito negli anni dal 1995 al primo semestre
2000. Come anticipato dalle colonne di questo
giornale, il giudice del lavoro, nella persona della
dr.ssa Assunta Marini, non ha potuto fare altro che
rinviare ogni decisione visto che l’Azienda sanitaria
non ha esibito in giudizio i tabulati delle presenze di
ciascuno dei circa mille ricorrenti. Il rinvio ha
posticipato ogni decisione nel merito al sei maggio
2003. È inutile dire che, stante la grande e lunga
attesa dei dipendenti, la notizia non ha fatto piacere.
Infatti in molti non riescono a comprendere come una
materia prettamente sindacale sia divenuta giudiziale e
per quale motivo l’Asl ha ignorato le procedure
conciliative istituite proprio per dare celerità ed
economicità alle vertenze. Evidentemente a suo tempo
l’Asl ha preferito il braccio di ferro con i propri
dipendenti in luogo della concertazione anche se, in
questo caso, le stesse organizzazioni sindacali si sono
mostrate alquanto distratte. L’avvocato Ambrogio
Moriconi, che difende e rappresenta i circa mille
ricorrenti, non si è opposto allo slittamento della
decisione mostrandosi «fiducioso comunque sull’esito
della vertenza e consapevole delle difficoltà ad
effettuare conteggi che per ogni dipendente prevedono
l’esame di oltre millecinquecento giornate di lavoro. Il
tutto produce quasi un milione e mezzo di cartellini di
presenza». Un bel problema questo nel quale la Asl
si è andata a cacciare e c’è da augurarsi che ora, per
uscirne, non si escogiti qualcosa che faccia
ulteriormente lievitare i tempi ed i costi. Ciò che
farebbe aumentare enormemente i costi per la
collettività. F. di M.
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