La “San.Im” ha acquistato per oltre 243
milioni di euro i presidi di Anagni, Alatri, Cassino, Pontecorvo, Sora e
Ceccano La Asl ha venduto gli ospedali
ciociari Le strutture sanitarie cedute ad una
società per azioni di proprietà della Regionedi ALESSANDRO SDOIA
Ospedali messi in vendita
in Ciociaria. Anzi: già venduti. Lo spaventoso deficit della sanità regionale,
ammontante a circa sette miliardi e mezzo delle vecchie lire (secondo il
presidente della commissione Sanità della Regione Lazio Alessandro Foglietta),
ha fatto sì che la Asl di Frosinone, in linea con quanto previsto dalla
normativa in materia di risanamento del debito pubblico, mettesse in vendita i
propri presidi ospedalieri. Dal 28 giugno gli edifici dei presidi ospedalieri di
Anagni, Alatri, Cassino, Pontecorvo, Sora, Ceccano non appartengono più all’Asl
di Frosinone ma ad una società per azioni di proprietà della Regione Lazio, la
San.Im. La cartolarizzazione, quel particolare procedimento secondo cui
l’alienazione del patrimonio immobiliare pubblico porterebbe al risanamento del
debito pubblico, colpisce anche la nostra provincia proprio in un ambito, quello
sanitario, da tempo al centro delle polemiche. La vicenda, nonostante
risalga ormai a qualche mese fa (la deliberazione dell’Asl reca data 30 luglio)
è trapelata solo ora destando non poche preoccupazione tra gli operatori del
settore e i cittadini. E anche qualche interrogativo. «Il fatto che l’operazione
sia stata fatta passare in sordina, solleva più di qualche dubbio», ammette il
consigliere regionale Ds Francesco De Angelis . Stando a quanto riportato dalla
deliberazione, la società per azioni che ha rilevato gli immobili di proprietà
dell’Asl, dovrà versare nelle casse della Regione Lazio ben 243.174.378 euro
(circa 500 miliardi delle vecchie lire) così ripartiti: 11.003.835 euro per il
presidio ospedaliero di Anagni, 37.340.803 per quello di Alatri, 16.676.653 per
il "Gemma De Posis" di Cassino, 1.238.479 per il vecchio edificio che ospitava
il "Pasquale Del Prete" di Pontecorvo, 34.152.955 per il nuovo "Del Prete"
sempre a Pontecorvo, 116.855.720 per il "SS. Trinità" di Sora ed infine
21.027.518 per l’ospedale "S. Maria della Pietà" di Ceccano. Dalla vendita si
sono salvati l’"Umberto I" di Frosinone, valutato in 43.822.578 di euro e il
presidio ospedaliero "G. Ferrari" di Ceprano, valutato in 5.064.210 di euro, in
quanto «il ricavato della vendità degli altri sopra citati - si legge nella
delibera - è sufficiente a pareggiare il bilancio aziendale». Difficile ancora
capire quali potranno essere gli effetti a medio e lungo termine di tale
operazione. Resta il fatto inconfutabile che l’Asl di Frosinone dovrà da oggi in
poi corrispondere alla San.Im. spa ingenti somme di denaro per gli affitti di
tali immobili. Somme al momento non ancora quantificabili. Questo perchè la
vendita degli immobili non implica necessariamente la cessazione delle attività
sanitarie che continueranno a svolgersi nelle rispettive strutture. L’atto di
vendita risale al 28 giugno e reca le firme di Carmine Cavallotti, allora
direttore generale dell’Azienda sanitaria di Frosinone, e di Enrico Pedretti,
amministratore unico della San.Im Spa.
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