Alatri/Il primo cittadino: «Vogliono
chiudere il nosocomio. Il personale è all’osso, si gioca con la vita delle
persone». Ospedale, medici e sindaco contro la
Asl I camici bianchi in sciopero: si teme lo
smantellamento della strutturadi MARIELLA MINNUCCI
E' bufera al "S.
Benedetto" di Alatri. Da martedì scorso i medici della divisione di Chirurgia
generale, aderenti alla Fares-Fsi, sono entrati in stato di agitazione
permanente. Il motivo? Le decisioni della locale dirigenza sanitaria in merito
alla pronta disponibilità chirurgica che il personale medico (assolutamente
insufficiente rispetto ad una vastissima utenza) ha garantito gratuitamente
durante i pomeriggi e che ora, secondo le ultime disposizioni, dovrebbe
effettuare anche nelle ore notturne. Ma i medici (6 professionisti in tutto)
temono che il reparto, fino a qualche mese fa in grado di effettuare ben 1400
interventi chirurgici all'anno, venga smantellato. Per questo hanno deciso di
incrociare le braccia e in una nota sindacale, affissa sulle pareti del reparto,
si leggono gravi accuse nei confronti della dottoressa Tanzi, a loro avviso non
idonea a ricoprire il ruolo di direttore sanitario del nosocomio. «Si segnala e
si protesta - vi è scritto - anche per il mantenimento nelle attribuzioni di
direttore sanitario locale di persona non avente i titoli richiesti per svolgere
tale compito, né ora né al momento della nomina avvenuta con semplice lettera e
senza atto deliberativo. Per tale aspetto ci si riserva di far valutare alla
Magistratura la liceità e la validità delle disposizioni e degli atti assunti da
detta persona». Ma al "S. Benedetto" i problemi non finiscono qui. Nella
divisione di Medicina i reparti per uomini e donne sono stati accorpati. Al
Pronto Soccorso il personale è insufficiente. Gravi disagi si registrano anche
nella divisione di Otorino e Ortopedia. «Il disegno della Asl e della Regione
Lazio è ormai chiaro - commentano il sindaco Morini e il consigliere di
maggioranza Caponera - si vuol chiudere il nostro nosocomio. Per questo la
Regione prima ha venduto, con un'operazione assai poco chiara, l'immobile e
adesso, non dando seguito ad una serie di promesse, lo sta progressivamente
impoverendo per arrivare al suo smantellamento. Tutto questo sta accadendo
nonostante lo spirito di abnegazione di tutto il personale, che lotta per tenere
in piedi la struttura. I segnali che la Regione Lazio la voglia letteralmente
affossare sono però inequivocabili: la carenza di personale, soprattutto
infermieristico, provocata dalla mancanza di assunzioni promesse a suo tempo, e
che non si sa se verranno effettuate. Al Pronto soccorso, ad esempio esempio,
per un possibile pericolo di vita, l'attesa per gli utenti potrebbe essere di
ben 20 minuti. La Asl scherza con la vita della gente! E' per questo -
proseguono sindaco e consigliere - che diciamo basta e chiediamo alla Asl di
dare seguito alle promesse, come quella dell'assunzione di 205 infermieri.
promessa che si continua a sbandierare per zittire utenza ed amministratori, ma
che resta ancora nei cassetti. Chiudere gli occhi, essere conniventi con chi
vuole distruggere l'ospedale di Alatri non fa parte della nostra cultura».
|