Cronaca di Frosinone

Mercoledì 5 Dicembre 2002
Alatri/Il primo cittadino: «Vogliono chiudere il nosocomio. Il personale è all’osso, si gioca con la vita delle persone».
Ospedale, medici e sindaco contro la Asl
I camici bianchi in sciopero: si teme lo smantellamento della struttura

di MARIELLA MINNUCCI

E' bufera al "S. Benedetto" di Alatri. Da martedì scorso i medici della divisione di Chirurgia generale, aderenti alla Fares-Fsi, sono entrati in stato di agitazione permanente. Il motivo? Le decisioni della locale dirigenza sanitaria in merito alla pronta disponibilità chirurgica che il personale medico (assolutamente insufficiente rispetto ad una vastissima utenza) ha garantito gratuitamente durante i pomeriggi e che ora, secondo le ultime disposizioni, dovrebbe effettuare anche nelle ore notturne. Ma i medici (6 professionisti in tutto) temono che il reparto, fino a qualche mese fa in grado di effettuare ben 1400 interventi chirurgici all'anno, venga smantellato. Per questo hanno deciso di incrociare le braccia e in una nota sindacale, affissa sulle pareti del reparto, si leggono gravi accuse nei confronti della dottoressa Tanzi, a loro avviso non idonea a ricoprire il ruolo di direttore sanitario del nosocomio. «Si segnala e si protesta - vi è scritto - anche per il mantenimento nelle attribuzioni di direttore sanitario locale di persona non avente i titoli richiesti per svolgere tale compito, né ora né al momento della nomina avvenuta con semplice lettera e senza atto deliberativo. Per tale aspetto ci si riserva di far valutare alla Magistratura la liceità e la validità delle disposizioni e degli atti assunti da detta persona».
Ma al "S. Benedetto" i problemi non finiscono qui. Nella divisione di Medicina i reparti per uomini e donne sono stati accorpati. Al Pronto Soccorso il personale è insufficiente. Gravi disagi si registrano anche nella divisione di Otorino e Ortopedia. «Il disegno della Asl e della Regione Lazio è ormai chiaro - commentano il sindaco Morini e il consigliere di maggioranza Caponera - si vuol chiudere il nostro nosocomio. Per questo la Regione prima ha venduto, con un'operazione assai poco chiara, l'immobile e adesso, non dando seguito ad una serie di promesse, lo sta progressivamente impoverendo per arrivare al suo smantellamento. Tutto questo sta accadendo nonostante lo spirito di abnegazione di tutto il personale, che lotta per tenere in piedi la struttura. I segnali che la Regione Lazio la voglia letteralmente affossare sono però inequivocabili: la carenza di personale, soprattutto infermieristico, provocata dalla mancanza di assunzioni promesse a suo tempo, e che non si sa se verranno effettuate. Al Pronto soccorso, ad esempio esempio, per un possibile pericolo di vita, l'attesa per gli utenti potrebbe essere di ben 20 minuti. La Asl scherza con la vita della gente! E' per questo - proseguono sindaco e consigliere - che diciamo basta e chiediamo alla Asl di dare seguito alle promesse, come quella dell'assunzione di 205 infermieri. promessa che si continua a sbandierare per zittire utenza ed amministratori, ma che resta ancora nei cassetti. Chiudere gli occhi, essere conniventi con chi vuole distruggere l'ospedale di Alatri non fa parte della nostra cultura».