Cronaca di Frosinone

Sabato 25 Gennaio 2003
SANITA’ SOTTO ACCUSA
La Cgil: «L’ultimo spreco, i due direttori»

La Legge Finanziaria del 2003 è gravida di conseguenze negative per la sanità pubblica: basti pensare al blocco delle assunzioni (solo il 50% del turn-over), alla riduzione dei trasferimenti finanziari da parte delle Regioni, al blocco di fatto dei rinnovi dei Contratti Collettivi di Lavoro, alla conferma dei tickets, alla riduzioni di prestazioni riabilitative, al controllo centralizzato sulla spesa. La situazione di collasso finanziario nella Regione Lazio, causato dalle scelte sbagliate della Giunta Storace, trova una drammatica conferma anche a Frosinone. Cominciano a mancare beni primari nelle sale operatorie degli ospedali, l’azienda titolare dell’appalto per la fornitura dei buoni mensa ne ha sospeso la fornitura, fino a quando non verrà pagato il debito maturato fino al settembre 2002; c’è il caos più totale per gli acquisti di beni e servizi con l’accavallarsi delle disposizioni regionali con quelle dell’azienda. E a pagare sono cittadini e lavoratori. Buon senso vorrebbe che tutto il vertice aziendale, l’assessore regionale, il presidente della giunta, facessero atti concreti per invertire questa china pericolosa e chiarezza sui numeri veri del buco di bilancio. Speranza vana. Una piccola proposta simbolica, allora la facciamo noi della Cgil Funzione Pubblica. Con la nomina di un commissario straordinario, dopo il siluramento del precedente manager dottor Cavallotti, la normativa vigente non prevede la permanenza in carica della figura del Direttore Sanitario e del Direttore Amministrativo in quanto le suddette funzioni vengono assorbite in via appunto straordinaria e temporanea dal Commissario. Egli utilizzerà per l’espletamento del suo mandato, tutte le figure apicali esistenti, ma senza la potestà di conferire alcun incarico. Poichè questa situazione anomala ormai perdura da sei mesi, con un costo annuo delle due figure di oltre 500 milioni di vecchie lire, la Cgil chiederà immediatamente di revocare i suddetti incarichi, con una doppia motivazione.
A) Per una ragione di buon gusto verso la cittadinanza e verso i lavoratori che avranno un piccolo segno che la cinghia si stringe per tutti
B) Se è vero che una delle cause dell’immobilismo aziendale sono i contrasti e i litigi all’interno del management, se non altro crollerà ogni alibi e sapremo almeno sulle spalle di chi dovranno addossare tutta la croce.

Davide Della Rosa, segretario Cgil funzione pubblica