SANITA’ SOTTO ACCUSA
La Cgil: «L’ultimo spreco, i due direttori»
La Legge Finanziaria del 2003 è gravida di
conseguenze negative per la sanità pubblica: basti pensare al blocco delle
assunzioni (solo il 50% del turn-over), alla riduzione dei trasferimenti
finanziari da parte delle Regioni, al blocco di fatto dei rinnovi dei Contratti
Collettivi di Lavoro, alla conferma dei tickets, alla riduzioni di prestazioni
riabilitative, al controllo centralizzato sulla spesa. La situazione di collasso
finanziario nella Regione Lazio, causato dalle scelte sbagliate della Giunta
Storace, trova una drammatica conferma anche a Frosinone. Cominciano a mancare
beni primari nelle sale operatorie degli ospedali, l’azienda titolare
dell’appalto per la fornitura dei buoni mensa ne ha sospeso la fornitura, fino a
quando non verrà pagato il debito maturato fino al settembre 2002; c’è il caos
più totale per gli acquisti di beni e servizi con l’accavallarsi delle
disposizioni regionali con quelle dell’azienda. E a pagare sono cittadini e
lavoratori. Buon senso vorrebbe che tutto il vertice aziendale, l’assessore
regionale, il presidente della giunta, facessero atti concreti per invertire
questa china pericolosa e chiarezza sui numeri veri del buco di bilancio.
Speranza vana. Una piccola proposta simbolica, allora la facciamo noi della Cgil
Funzione Pubblica. Con la nomina di un commissario straordinario, dopo il
siluramento del precedente manager dottor Cavallotti, la normativa vigente non
prevede la permanenza in carica della figura del Direttore Sanitario e del
Direttore Amministrativo in quanto le suddette funzioni vengono assorbite in via
appunto straordinaria e temporanea dal Commissario. Egli utilizzerà per
l’espletamento del suo mandato, tutte le figure apicali esistenti, ma senza la
potestà di conferire alcun incarico. Poichè questa situazione anomala ormai
perdura da sei mesi, con un costo annuo delle due figure di oltre 500 milioni di
vecchie lire, la Cgil chiederà immediatamente di revocare i suddetti incarichi,
con una doppia motivazione.
A) Per una ragione di buon gusto verso la
cittadinanza e verso i lavoratori che avranno un piccolo segno che la cinghia si
stringe per tutti
B) Se è vero che una delle cause dell’immobilismo
aziendale sono i contrasti e i litigi all’interno del management, se non altro
crollerà ogni alibi e sapremo almeno sulle spalle di chi dovranno addossare
tutta la croce.
Davide Della Rosa, segretario Cgil funzione
pubblica