SANITA’ MALATA
E il pappagallo con le urine finì accanto al vassoio dei pasti
di GIAMPAOLO RUSSO
Vuole fare un elettrocardiogramma? Ripassi fra un mese. Vuole fare una
mammografia? Torni tra 60 giorni. Un esame istologico? Può attendere sino
a 90 giorni. Sono le risposte che un utente si sente rispondere al momento
della prenotazione presso gli sportelli della Asl. «Sono solo tre esempi -
dichiara Rosa Roccatani segretaria provinciale dell'Ugl - di come funziona
la sanità locale. Una situazione che, negli anni, tende a peggiorare». E
gli esempi possono continuare. «Per fare un esame elettromagnetico -
dichiara Roccatani - utile per verificare la funzionalità del sistema
nervoso occorre attendere circa 3 mesi. Per una risonanza magnetica si può
arrivare anche a 4 mesi, per una Tac ci vogliono tre mesi e per una
semplice lastra anche un mese. In alcuni casi queste attese fanno
rischiare seriamente la vita». Va meglio per quanto riguarda le analisi di
laboratorio, qui occorrono pochi giorni. Non è così agli ospedali di
Anagni ed Alatri: «Fino a qualche mese fa - spiega il segretario dell'Ugl
- grazie alla presenza di alcuni operatori assunti a tempo determinato si
erano abbattuti i tempi di attesa. Ora che sono scaduti i contratti per
fare le semplici analisi del sangue si può attendere anche 2 mesi!»
Ancora meno accettabili sono le attese per quanto concerne gli interventi.
Secondo l'Ugl, infatti, per compiere un intervento di endoprotesi nel
reparto di Ortopedia del capoluogo occorrono 3 mesi e per un intervento
agli occhi anche un mese e mezzo. La soluzione? «Basta al turn-over dei
manager - tuona l'Ugl - che non hanno il tempo per programmare».
Altro grave aspetto è la cronica mancanza dei posti letto. In provincia di
Frosinone ci sono 2,7 posti letto per mille abitanti contro una media
nazionale di 4 per mille. Non stiamo certo meglio se rapportiamo la
Ciociaria all’intera regione. La provincia di Rieti, ad esempio, conta 300
mila abitanti in meno della nostra ma ha un rapporto di 3 posti letto per
ogni mille abitanti. «In alcuni reparti come quello di Medicina del
capoluogo - conclude Roccatani - i malati per mancanza di posti letto
vengono lasciati nei corridoi. Ho anche visto il vitto e il pappagallo
(contenitore per le urine) posti l'uno accanto all'altro sotto il letto
per mancanza di spazi, una vera indecenza!»
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