L’indagine, coordinata dalla Federlazio,
servirà a migliorare le condizioni di vita in fabbrica e negli
uffici Mobbing, un questionario lo
scoverà Un campione di mille lavoratori sarà
sottoposto ad un test anonimodi GIANPAOLO RUSSO
E' iniziata la lotta
contro il fenomeno del mobbing in provincia di Frosinone. Un problema quello
delle disuguaglianze e delle discriminazione sui posti di lavoro che riguarda
sempre più i lavoratori nelle aziende private ma anche pubbliche anche se sinora
è stato difficile valutarne l'esatta entità. Così è partito il progetto Equal
denominato Sam ("Struggle against Mobbing") sostentuo dalla provincia di
Frosinone, l'Asl, l'Università di Cassino, la Federlazio, i comuni di Cassino,
Formia e Frosinone con l'obiettivo appunto di analizzare il fenomeno sia dal
punto di vista quantitativo che qualitativo. Anche la provincia di Latina dal
canto suo ha aderito all'iniziativa. Ieri la presentazione ufficiale in
un'apposita conferenza stampa tenutasi nella sede della Federlazio del
capoluogo. Il progetto dal costo di un milione e 296 euro è stato interamente
finanziato dalla Regione Lazio. «L'obiettivo del progetto - spiega il
responsabile Vincenzo Nocifora - è quello di rilevare ed analizzare le
situazioni di mobbing presenti sui luoghi di lavoro. Le discriminazioni sui
posti di lavoro possono avvenire per vari motivi: razza, lingua, religione,
condizioni di salute, preferenze sessuali, ecc. Il fine è quello di stabilire
quanto questo fenomeno sia presente sul nostro territorio provinciale». Il piano
operativo prevede l'esame di un campione di 1000 lavoratori tanto nella pubblica
amministrazione che nelle aziende private. Al campione verrà somministrato il
questionario "Lipt" versione modificata del questionario di Leymann, professore
dell'Università di Stoccolma e primo studioso del fenomeno mobbing in Europa. Il
questionario, in forma strettamente anonima, intende rilevare gli aspetti
psicosociali, psicofisici e socio professionali del mobbing. «L'obiettivo finale
- dichiara Silvio Ferrauti, vice presidente della Federlazio - è quello di
migliorare le condizioni di vita nell'ambiente di lavoro». Durante la
presentazione sono intervenuti anche esponenti sindacali alcuni dei quali hanno
indicato la strada da seguire: «Occorrerebbe - ha affermato Romano Fratarcangeli
segretario provinciale della Cisl - capire l'incidenza del mobbing in provincia
di Frosinone. Non vorrei che il progetto navigasse nel buio. Una base di
partenza per un'analisi approfondita potrebbe, ad esempio, esser data dal numero
delle vertenze in corso contro le aziende». «Sono favorevole - ha dichiarato
Benedetto Mollica segretario provinciale della Cgil - a qualsiasi iniziativa in
cui si pone al centro dell'attenzione le condizioni di lavoro dei lavoratori
stessi». Al progetto hanno aderito anche altri organismi presenti sul
territorio. «L'azienda sanitaria - dichiara Antonio Corbo in rappresentanza
della Asl - partecipa al progetto in quanto rientra nella salvaguardia della
salute psichica dei cittadini. Noi saremo interessati specie nella terza fase
quando il nostro personale specializzato opererà all'interno dei centri di
ascoltare per verificare i casi di mobbing emersi». «Punti di ascolto - è
intervenuto Mario Russo assessore alle politiche sociali del comune di Cassino -
saranno creati anche presso gli enti locali come il nostro». «Questo progetto -
ha aggiunto Michele Marini vice sindaco di Frosinone - determina un servizio
aggiuntivo per le famiglie che sono le prime a subire gli effetti del mobbing e
delle malattie psichiche che esso arreca alle persone colpite».
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