Fuga dagli
ospedali/I medici annunciano “ispezioni" in corsia per
verificare la condizione di malati e operatori sanitari I camici bianchi dichiarano guerra all’Asl L’ordine: sia noi che i pazienti viviamo in una condizione di
disagiodi MASSIMO CECI
L'Ordine provinciale dei
medici e degli odontoiatri di Frosinone scende sul piede di guerra. Soprattutto
dopo l’esodo dalla Ciociaria di molti camici bianchi. E lo fa nella maniera più
eclatante: «Andremo in giro negli ospedali della provincia e nei distretti -
annuncia il presidente dell'Ordine, Fabrizio Cristofari - per parlare con i
colleghi dei loro problemi. Vogliamo anche raccogliere le rimostranze e le
proposte dei pazienti». Evidentemente il doppio incontro di mercoledì con i
vertici della Asl non ha dato le dovute garanzie. «Abbiamo avuto un'audizione
con il direttore sanitario della Asl, con i direttori dei distretti e con i
direttori dei Poli A, B, C e D - spiega Cristofari - Ma sono stati incontri
interlocutori». I temi che i medici vogliono risolvere misurando sul campo
la temperatura dell'ambiente sono principalmente due. Il più grave è la carenza
di posti letto per i malati acuti. «Siamo circa 500 posti-letto al di sotto
della media ottimale», denuncia Cristofari. Il piano regionale ne prevede 1600;
i medici ne vogliono 2000: «è il numero reso necessario dalla quantità
giornaliera di pazienti ricoverati», spiegano. Il secondo problema che va
preso di petto è la lunghezza delle liste di attesa per ambulatori e centri di
prenotazione degli esami. Un problema che ultimamente si è fatto drammatico
soprattutto nell'ospedale di Alatri. Risale proprio a ieri l'ultima stilettata
del sindaco di Alatri Giuseppe Morini contro i vertici dell'azienda sanitaria:
«Ci è parso azzardato ed offensivo per l'utenza definire problemi di poco conto
le paurose carenze di organico esistenti, i tempi biblici per un'angiografia o
altri esami, le spaventose file al Cup e quelle al Pronto soccorso, i reparti
accorpati, i servizi soppressi, le condizioni di lavoro di Ortopedia, i rischi
che corrono gli infartuati per la mancanza di un servizio adeguato, la struttura
che sta cadendo a pezzi». «Per la Asl, invece - chiosa Cristofari - la
situazione non sarebbe catastrofica». Ma tra medici e pazienti si è ormai
instaurato un clima di diffidenza reciproca, ed è questo che l'Ordine dei medici
vuole denunciare prima di ogni altro. «La sensazione della categoria - tuona
Cristofari - è quella della perdita di identità, di considerazione e di ruolo
sociale, mentre assume sempre più, nella valutazione dei cittadini, il ruolo di
controparte piuttosto che quello di professionisti garanti della qualità delle
prestazioni sanitarie». Una realtà amara «imputabile - secondo i medici - a
difficoltà di rapporto con la struttura sanitaria».
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