Cronaca di Frosinone

Sabato 15 Marzo 2003
Fuga dagli ospedali/I medici annunciano “ispezioni" in corsia per verificare la condizione di malati e operatori sanitari
I camici bianchi dichiarano guerra all’Asl
L’ordine: sia noi che i pazienti viviamo in una condizione di disagio

di MASSIMO CECI

L'Ordine provinciale dei medici e degli odontoiatri di Frosinone scende sul piede di guerra. Soprattutto dopo l’esodo dalla Ciociaria di molti camici bianchi. E lo fa nella maniera più eclatante: «Andremo in giro negli ospedali della provincia e nei distretti - annuncia il presidente dell'Ordine, Fabrizio Cristofari - per parlare con i colleghi dei loro problemi. Vogliamo anche raccogliere le rimostranze e le proposte dei pazienti».
Evidentemente il doppio incontro di mercoledì con i vertici della Asl non ha dato le dovute garanzie. «Abbiamo avuto un'audizione con il direttore sanitario della Asl, con i direttori dei distretti e con i direttori dei Poli A, B, C e D - spiega Cristofari - Ma sono stati incontri interlocutori».
I temi che i medici vogliono risolvere misurando sul campo la temperatura dell'ambiente sono principalmente due. Il più grave è la carenza di posti letto per i malati acuti. «Siamo circa 500 posti-letto al di sotto della media ottimale», denuncia Cristofari. Il piano regionale ne prevede 1600; i medici ne vogliono 2000: «è il numero reso necessario dalla quantità giornaliera di pazienti ricoverati», spiegano.
Il secondo problema che va preso di petto è la lunghezza delle liste di attesa per ambulatori e centri di prenotazione degli esami. Un problema che ultimamente si è fatto drammatico soprattutto nell'ospedale di Alatri. Risale proprio a ieri l'ultima stilettata del sindaco di Alatri Giuseppe Morini contro i vertici dell'azienda sanitaria: «Ci è parso azzardato ed offensivo per l'utenza definire problemi di poco conto le paurose carenze di organico esistenti, i tempi biblici per un'angiografia o altri esami, le spaventose file al Cup e quelle al Pronto soccorso, i reparti accorpati, i servizi soppressi, le condizioni di lavoro di Ortopedia, i rischi che corrono gli infartuati per la mancanza di un servizio adeguato, la struttura che sta cadendo a pezzi». «Per la Asl, invece - chiosa Cristofari - la situazione non sarebbe catastrofica». Ma tra medici e pazienti si è ormai instaurato un clima di diffidenza reciproca, ed è questo che l'Ordine dei medici vuole denunciare prima di ogni altro. «La sensazione della categoria - tuona Cristofari - è quella della perdita di identità, di considerazione e di ruolo sociale, mentre assume sempre più, nella valutazione dei cittadini, il ruolo di controparte piuttosto che quello di professionisti garanti della qualità delle prestazioni sanitarie». Una realtà amara «imputabile - secondo i medici - a difficoltà di rapporto con la struttura sanitaria».